5 marzo 2012

I maglioni di Missoni e i tubini di Yves Saint Laurent


Vabbè, per me la cucina è creatività, credo l’abbiate capito. Punto.

E’ anche luogo di sperimentazione, momento dove trova espressione concreta ciò che fino a qualche istante prima altro non era che un insieme confuso di impulsi sinaptici. Per me una ricetta nasce come una folgorazione e non attraverso una pianificazione a tavolino. Come tutte le folgorazioni, naturalmente, c’è sempre il rischio che si risolva in un nulla difatto o, peggio, in un totale insuccesso. Pazienza, l’insuccesso fa parte del gioco.

Qualcuno dice anche che la cucina è cultura. Lasciamolo dire, mentre lui ammanta di nobili parole ciò che per noi è divertimento, noi magnamo.

La cucina è arte ? Forse, anzi, vedendo alcune opere di artisti contemporanei, direi che al loro confronto la cucina è arte assoluta, come lo è un dipinto del Caravaggio se confrontato con un manifesto elettorale.

Se la cucina è arte, allora quale è la sua espressione ?

Siete per la Cena in Emmaus di Caravaggio o per i monocromatismi di Yves Klein ? Preferite Apollo e Dafne del Bernini o le opere minimaliste di Carol Andre ? Siete per l’allegria di un maglione multicolore di Missoni  o per l’essenzialità di un tubino di Yves Saint Laurent ?

Direi che c’è spazio per tutti, dalla cucina minimalista a quella ricca di ingredienti, con l’invito a non seguire pedissequamente quella che si ritiene sia la propria starda, ma cercarne di alternative, che ci portino alla meta del buon piatto ma secondo rotte differenti.

Qualcuno dice che “l’importante non è la meta, ma il viaggio”. Vabbé, fino ad un certo punto. Se mangio una schifezza, poco mi consola che a quella schifezza ci sia arrivato con una preparazione estatica. Diciamo che il viaggio è importante a patto che la meta alla quale arriviamo sia almeno commestibile.

Siete dei minimilasti gastronomici ? Provate ad arricchire in modo graduale gli ingredienti. Pensate che la bontà del piatto è proporzionale al numero di ingredienti che ci mettete dentro ? Prendetevi una pausa di riflessione e cercate di capire se, forse, non state mischiando troppi sapori.

Non esiste una regola aurea. Esistono alcuni principi generali, che servono come traccia e che hanno l’obiettivo di massima di evitare di accostare sapori troppo in contrasto tra di loro.

L’obiettivo non è stupire con ricette del tipo “timballo di riso con capriolo, cozze e tartufo, al profumo delle 32 erbe magiche, in abbraccio di besciamella al curry, zafferano e sintesi di vino” né, per effetto rimbalzo, con un “pesce cotto” ma, al contrario, di creare accostamenti innovativi, che siano un piacere per il palato e non la sua dannazione.

Ispiratevi alle ricette, ma poi fate di testa vostra. Preferireste essere un pittore capace di copie perfette di capolavori noti o un buon pittore che ritrae soggetti originali ?

A voi la scelta. In fondo c’è chi ha fatto milioni con copie non autentiche di capolavori famosi e chi, da un giorno a l’altro, si è ritrovato ricco proponendo opere innovative.

C’è spazio per tutti, per tutte le idee e per tutte le sperimentazioni. Meglio vivere di rimpianti piuttosto di rimorsi.

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