1 maggio 2012

Ho regalato una sauna ai miei pomodori


Allora, come forse saprete, sulle piante, e sui vegetali in genere, è tutto un fiorire di simpatiche teorie, alcune delle quali lontanamente fondate su qualche principio di ragionevolezza scientifica, altre più vicine, nei contenuti, a pensieri ispirati da un uso smodato di sostanze oppiacee, peraltro di scarsa qualità.

Nello specifico, mi piace ricordare che c'è gente che sostiene che queste crescano rigogliose se gli si fa ascoltare un brano di musica (anche se vanno registrati esiti contrastanti derivanti dall'ascolto di "Gelato al cioccolato" di Pupo) e che se gli accarezzate le foglie, loro crescano più velocemente, si allungano ed abbiano un maggior turgore ("venghino signori, venghino, ecco a voi la fiera del doppio senso !").

C'è anche gente che parla costantemente alle piante, ma considerando che c'è anche gente che parla da sola, che si crede il Messa e che sostiene l'identità geografica della Padania, mi prendo l'ardire di annoverare tali fenomeni all'interno delle devianze comportamentali e delle patologie neurologiche.

Bene, confesso però che, sulla scia di tali considerazioni, e spinto da una benevolenza verso un rapporto più stretto tra il mondo animale e quello vegetale, ho deciso di fare un deciso passo in avanti, che definisca nuovi standard nel coccolamento delle piante, che abbatta in un sol colpo tutte le barriere della diversità, che sia prova lampante dell'eguaglianza tra l'homo sapiens e il pomodoro ignarus.

Io ho deciso di far fare la sauna al pomodoro. Punto.

Quale nobile esempio di adeguato riconoscimento ai maltrattamenti che il pomodoro subisce, direte voi (ah, non lo dite ? Strano...); quale miglior prova di una finalmente raggiunta empatia tra l'uomo e il più degno rappresentante delle Solanaceae (tranquilli, ho copiato da Wikipedia), affermerete stupefatti, accompagnando però lo stupore con un picchiettare del vostro dito indice sulla vostra tempia, si a mostrare a tutti che la semiotica è il vostro forte, ma anche ad esprimere un poco lusinghiero giudizio nei miei confronti.

Bene, fa nulla e, sperando di aver condiviso con voi questo mio rigurgito di benevolenza verso il pomodoro, permettetemi però di confessare, casomai ce ne fosse bisogno, che questo coccolare il pomodoro non è un modo per espiare le mie colpe per ciò che giornalmente gli faccio, gastronomicamente parlando, intendo, ma semplicemente un modo subdolo per conquistare le sue grazie, per renderlo di buonumore, allegro, tonico ed in forma, prima che, ahi lui, a conferma di una storia che si ripete e mai cambierà, non faccia la solita fine.

Il pomodoro. Qui giace. Una prece.

Eh si, perché facendo la sauna, il pomodoro perde quell'eccesso di acqua che lo compone, perché così facendo il suo gusto si esalta, si distilla, si concentra. Facendo la sauna, il pomodoro, ha la possibilità di far vedere a tutti di quale sapore sia capace.

Ma, badate bene, stiamo parlando di una sauna luuunga e non di quelle mordi e fuggi, tipiche di noi umani, che entriamo nella sauna, ci sediamo per una ventina di minuti sulle panchette di legno, diciamo le solite fesserie da sauna ("caldo, però", "si, ma è un caldo secco; si sopporta", "è vero, e poi non sai quanto fa bene"), poi usciamo felici e, se abbiamo le palle, ci gettiamo nella vasca di reazione, rischiamo l'infarto e poi ce ne andiamo baldanzosi a casa.

No, qui stiamo parlando di una disidratazione lenta, che dura otto, dieci ore e che lascia tutto il tempo al pomodoro di riflettere sul senso della sua vita.

Quindi, bando alle ciance, e partiamo.

Innanzitutto tutta 'sta sudata si adatta al meglio ai pomodori rossi, a grappolo, San Marzano o ciliegino che siano, mentre ha poco senso per i classici pomodori verdi da insalata. I pomodori, una volta disidratati, possono essere conservati per qualche giorno, per cui potete farne un po' alla volta e tenerli da parte sino a quando li userete.

E' bene chiarire che l'obiettivo non è quello di ottenere i pomodori secchi, che si trovano un po' ovunque e poi si mettono sott'olio, ma quello di togliere l'eccesso di acqua dal pomodoro, che comunque manterrà la sua freschezza, al fine di esaltarne il sapore.

Allora, per prima cosa tagliate i pomodori a metà e metteteli in una teglia anti-aderente, con la parte tagliata rivolta verso l'alto e senza aggiungere nulla, olio o sale che sia.

Poi accendete il forno, che deve essere elettrico, dato che quello a gas non riesce a mantenere temperature così basse, e portatelo ad una temperatura nell'intorno degli 85°, ricordando che un forno elettrico. Dico "nell'intorno" perché tutti i forni elettrici regolano la temperatura, non in modo continuo, ma accendendo e spegnendo la resistenza quando la temperatura, rispettivamente, scende al di sotto o al di sopra del valore impostato. Quindi, se impostate una certa temperatura, non pensate che il forno la manterrà sempre costante, ma questa, al contrario, oscillerà nel suo intorno.

Se vi fidate ciecamente del termostato, potete infornare e rilassarvi, altrimenti vi suggerisco di comprarvi un termometro da forno, che vi consentirà di regolare al meglio la temperatura e, soprattutto, di valutare l'accuratezza del termostato (nel mio caso, ad esempio, la temperatura tende ad essere inferiore a quella che imposto con la manopoletta del forno).

Infornate i pomodori e mettetevi l'anima in pace, dato che come ho detto il tutto dovrà andare avanti per otto, dieci ore.

Vedrete che per le prima ore apparentemente non succederà nulla e, forse, vi verrà voglia di alzare la temperatura. Non fatelo, visto che così cuocerete i pomodori anziché farli sudare.

I primi effetti dovrebbero cominciare a vedersi dopo le prime quattro ore, con i pomodori che cominceranno piano piano a raggrinzirsi, segno che l'acqua sta cominciando a ridursi.

Se volete, potete aggiungere un po' di sale sui pomodori dopo le prima quattro, sei ore, cosa che però serve solo se pensate di mangiarvi i pomodori così, da soli, au naturel, altrimenti il sale lo metterete quando userete i pomodori per la vostra ricetta.

Null'altro, tutto qui, quando i pomodori vi sembreranno ben disidratati (non esiste una regola aurea; dovrete regolarvi ad occhio, considerando comunque che la disidratazione è un processo graduale, per cui qui non c'è il rischio di troppo crudo o troppo cotto ma, semplicemente, di più o meno disidratato), spegnete il forno, tirateli fuori e fateli freddare, poi usateli come meglio credete, usandoli ovviamente senza farli cuocere ulteriormente.

Bello, tutto molto bello, anche emozionante, forse...ma co' 'sti pomodori che diavolo ci faccio, direte voi ?

Semplice, oltre che esporli in cucina, come una sorta di monito per tutti i pomodori freschi che abbiano velleità di ergersi a paladini dei diritti delle Solanaceae, li potete usare per un sacco di cose, come ad esempio aggiungerli, dopo averli tagliati a pezzi, a sughi freschi ed estivi per la pasta; farci una caprese; frullarli ed usarli come una sorta di concentrato di pomodoro, e chi più ne ha, più ne metta. 


Come sempre, in cucina e nella vita, è solo questione di fantasia.

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