14 gennaio 2014

Le arance della salute

Tutte le ricette con le arance



Raccolgo con entusiasmo il contest di “La cucina italiana”, che crea una sorta di gemellaggio con l'Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro attraverso il sostegno fornito alla campagna “Le arance della salute”, pregevole iniziativa per raccogliere fondi a favore della prevenzione del cancro e che vedrà la sua prossima tappa sabato 25 gennaio 2014.

Nessuna nuova ricetta, quindi, ma una sorta di compendio di quelle che nel tempo ho pubblicato e che, come il titolo lascia intendere, utilizzano le arance tra gli ingredienti.

Buona lettura.



Antipasti




Adoro i carpacci di pesce e, in generale, il pesce crudo, per cui non appena posso mi ci dedico con passione.

Questa volta il baccalà, che ammetto possa sembrare una scelta azzardata, e le arance pelate al vivo. Ovviamente il baccalà deve essere stato bagnato a dovere, senza alcun residuo di sale, cosa che rovinerebbe il gusto del piatto.

Come condimento, infine, la menta, il sale nero delle Hawaii, che crea peraltro un bel contrasto cromatico, e un'emulsione fatta con olio extravergine e aceto balsamico.





Una preparazione a base di tonno crudo, frutta e formaggio, in particolare arancia e giuncata, in modo da avere un buon equilibrio tra sapori, senza una netta prevalenza dell'uno sull'altro, cosa ottenuta dosando con attenzione le loro singole quantità.

A profumare il tutto un'emulsione di olio extravergine, aceto balsamico e menta fresca e, per finire, il sale nero di Cipro, che dona al piatto una nota di colore.

Preparazione tutta a crudo, quindi semplice e adatta - avendo gli ingredienti, ovviamente - per una preparazione last minute.





Ritorno con un carpaccio, che insieme alle tartare sono una sorta di metronomo delle mie preparazioni, visto che ricorrono con periodicità quasi fastidiosa.

Questa volta il rombo, che fortunatamente ho trovato già pulito, come filetto, e le arance pelate al vivo, con le mandorle e la menta romana a completare il tutto.

Come condimento, infine, solo olio extravergine, di ottima qualità, con l'aggiunta del pepe bianco e del sale rosso delle Hawaii.

Per la ricetta completa cliccate qui.

Carpaccio di spigola e mango caramellato agli agrumi, con mandorle sfogliate, emulsione di balsamico e menta



"Carpaccio, dove seiii...carpaccio, mi senti ?".

Eh si, il carpaccio mi sente e si manifesta, con periodicità svizzera, quasi a voler ogni volta confermare il suo affetto, che io ricambio cercando ogni volta di prepararlo in modo diverso.

Questa volta la spigola con il mango, che ho leggermente caramellato nel succo di lime e arancia, per renderne più morbido il sapore, che a me, detto fra noi, non è che piaccia poi tanto.

Mandorle, emulsione di balsamico e menta a completare il tutto.





Come a scandire il tempo che passa, con la regolarità di un orologio svizzero, ecco un'altra tartare, che spero tranquillizzi quelli di voi che, immagino, si stavano già preoccupando per il troppo tempo passato dall'ultima pubblicata.

Visto che mi piace usare ingredienti di stagione, non potevo esimermi dalle puntarelle, che cominciano a palesarsi sui banchi dei mercati, delle quali, per dare dignità anche a quelle parti che spesso, ed erroneamente, vengono scartate, ho usato solamente le foglie verdi.

Le parti rimanenti, naturalmente, le ho arricciate come da tradizione e me le sono pappate secondo la ricetta classica.

Per finire, poi, le arance pelate al vivo ed i pinoli e, come condimento un'emulsione di olio extra-vergine ed aceto balsamico, più un sale di quelli particolari, nello specifico il sale rosso delle Hawaii.

Per la ricetta completa cliccate qui.



Tanto per cambiare, una tartare, questa volta con gamberoni, orzo perlato, cotto in acqua profumata all'arancia, e agli agretti, anch'essi lessati e profumati al limone e poi trasformati in mousse.

A completamento una riduzione, sempre di arancia, profumata con la menta e arricchita leggermente con un paio di cucchiai di liquore, anche'esso a basa d'arancia.

Vista la presenza degli agrumi, arancia e limone, non ho preparato alcuna emulsione, ma ho usato semplicemente olio extravergine d'oliva.

Infine, per quanto riguarda le quantità, vale ancora quello che più o meno dico sempre per questo tipo di preparazione: regolatevi ad occhio e in base alla dimensione degli stampi - questa volta quello che ho usato va bene per una porzione abbondante - ricordando di perseguire l'equilibrio complessivo del piatto.



Primi




Alla pasta proprio non si può rinunciare e, nei mesi caldi, l’unica concessione che sono disposto a fare è quella di preparare qualche piatto di pasta fredda, perfetta anche da portarsi dietro durante qualche scampagnate o gitarella marina.

Questa volta le mezze maniche, condite con un pesto leggero, fatto solo con basilico, pinoli e olio, una dadolata di pesce spada, saltato in padella con la scorza di arancia e limone, i pomodori disidratati, in modo da accentuarne la dolcezza e, per finire, i pinoli tostati in padella, in modo da creare un contrasto sulla consistenza finale del piatto e richiamare uno degli ingredienti del pesto leggero.

Come tutte le paste fredde, naturalmente, si può preparare in anticipo e conservarla in frigo per un paio di giorni.





Vabbè, che ci volete fare, ho un debole per i gamberoni, e questo lo sapete già, poi ho anche un debole per risotti e derivati, per cui, dopo aver fatto l'orzotto ai gamberoni al profumo di limone, ora vi beccate un più classico risotto, sempre ai gamberoni, ma questa volta profumato all'arancia.

Che dire, mi sento un po' Missoni prima maniera, con i suoi maglioni dove, ogni tanto, cambiavano i colori, ma il modello era sempre quello.

Che altro dire, giusto che ho usato lo scalogno al posto della cipolla e, al solito, dei gamberoni non ho sprecato nulla, ricavando dalle teste un fondo che ho poi usato per dare maggior intensità al riso.

Il profumo dell'arancia solo alla fine, a riso pronto, insieme ad una generosa dose di prezzemolo tritato.

Infine, per quanto riguarda il riso, ho usato un Arborio artigianale, portatomi direttamente da Gattinara da miei carissimi amici. Col senno del poi, e la foto ne è una testimonianza, avendolo avuto a disposizione, avrei preferito un Vialone Nano, che ha dei chicchi più adatti a questo tipo di risotto.



Secondi




Il luccio di mare non è un pesce che si trova facilmente, per cui le rare volte che lo adocchio, alla faccia di chi lo classifica come pesce povero, non me lo lascio certo scappare.

Questa volta, una cottura in padella, dove dopo una rosolatura iniziale, fatta in olio aromatizzato con scorza di arancia, ho unito il succo del frutto, facendolo ridurre fino ad ottenere una sorta di sciroppo.

Nient’altro, per una preparazione ancora una volta quasi in purezza, cosa confermata dai pochissimi ingredienti necessari.

Finisco dicendo che, se non trovate il luccio, potete ripiegare sullo sgombro. Se non trovate nemmeno lo sgombro, potete ripiegare su un’altra ricetta.





Complice un viaggio di lavoro a Barcellona, ho avuto modo di riprendere confidenza con il gazpacho, che non amo particolarmente - confesso di non averne mai compreso appieno il senso - ma che, in compenso, mi ha fatto venire in mente un modo diverso per proporlo.

Nelle specifico, quindi, un gazpacho semplificato, di taglio più mediterraneo, fatto solo con pomodoro, cetrioli, cipollotti freschi e un po' di basilico, lasciato poi scolare, per eliminarne completamente la parte acquosa, in modo da avere una maggiore solidità.

Insieme al gazpacho, poi, il salmone saltato in padella, in un olio aromatizzato con timo e scorza di arancia e limone.





Tra tutti i legumi, ammetto di avere un debole per la cicerchia, che finalmente, dopo anni di misterioso esilio, si comincia a ritrovare con una certa facilità.

Considerata un legume povero, sembra stia però risalendo nelle classifiche di quelli alla moda, cosa che non è proprio una bella notizia, dato che spesso moda e cucina mal si coniugano

Questa volta in abbinamento con un filetto di tonno, scottato in padella con il succo di arancia, fatto poi restringere per avere una salsa, in modo da insaporire ulteriormente il tonno.





Preferisco dirlo subito, a costo di perdere qualche lettore per strada, ma questa ricetta non è adatta ai deboli di stomaco e agli amanti dei sapori delicati. A voi la scelta, nello spirito di un piena e consapevole autodeterminazione.

La trippa, lo sapete, o la si ama o la si odia e, inutile a dirsi, immagino voi abbiate già capito da che parte io stia.

La trippa, quindi, questa volta usata per farci un hamburger, dove il suo sapore forte e deciso l'ho stemperato con l'arancia e, in più, vista la stagione, ho cotto la trippa - qui si procederà con una doppia cottura - in un brodo di zucca, fatto usando i suoi semini e i filamenti interni, quelle parti che normalmente si buttano.

Sempre per creare contrasto al sapore della trippa, una riduzione di fichi d'India e, come accompagnamento, delle polpette fatte con la zucca, al centro delle quali ho messo un bel pezzetto di Fiocco della Tuscia, un formaggio dell'eccellente caseificio Chiodetti, simile al Brie - con il quale lo potete sostituire nel caso non lo trovaste - ma a mio avviso decisamente superiore.

Le polpette, poi, le ho fritte in una panatura di amaretti, con l'obiettivo di ottenere una mescolanza di sapori che ricordasse i ravioli mantovani, uno dei piatti tipici fatti con la zucca.





Lo sgombro, che non si trova spesso, è un pesce molto gustoso e dal prezzo assolutamente abbordabile, che a torto lo fa ricadere nella categoria del pesce povero, termine al quale, dopo anni, ancora non riesco ad assegnare un significato plausibile. Ma tant'è, così va il mercato.

Lo sgombro, quindi, saltato in padella in olio profumato con zenzero e scorza d'arancia, accompagnato da una crema di ceci e pomodoro Marinda, una delle varietà che più amo, dalla polpa molto soda e di una dolcezza difficilmente eguagliabile.

Vi confesso anche che, a causa poco tempo a disposizione e della decisione presa all'ultimo momento, quando appunto ho trovato lo sgombro sul banco del pesce, io ho usato ceci in scatola, che voi naturalmente potrete sostituire con quelli secchi, oppure fare come ho fatto io.





“Tonno Über Alles!” e questa volta, tanto per cambiare, cotto e non crudo, o meglio appena scottato in padella, con un fondo di arancia, e abbinato con le cipolle in agrodolce.

Tonno fresco, mi raccomando, tagliato bello spesso, in modo che al cuore rimanga rosa-quasi-rosso, come fosse un filetto al sangue, e cotto solo all’ultimo momento, per evitare il suo indurimento.





Ancora una volta il baccalà, ultimamente proposto in differenti modi, ma questa volta cotto sottovuoto a bassa temperatura, a 68° per trenta minuti e profumato con scorza di agrumi - limone e arancia - e timo.

Ad accompagnare il baccalà, una passata di cavolo nero, tenuta piuttosto liquida, quasi fosse una minestra, e i pomodori del Piennolo del Vesuvio, che se no li trovate, potete sostituirli con i più classici datterino o ciliegino.





Di nuovo la cottura a bassa temperatura, che questa volta ha avuto come vittima sacrificale un paio di quaglie, riprendendo un’idea di Gennaro
Esposito, condivisa da lui durante il celeberrimo (per me) evento di Napoli, relativo al concorso Grandi Formaggi DOP.

Ho cotto le quaglie per 24 ore a 56°, al solito in sottovuoto, insieme al rosmarino e alla scorza d’arancia, ottenendo una carne, profumatissima, che si è realmente sciolta in bocca.

Come accompagnamento, infine, un semplice purè di patate, arricchito con un po’ di formaggio Brie ed erba cipollina e, visto che ventiquattro ore non sono poche, preparatevi, spiritualmente e praticamente, con un certo anticipo.





L'ossobuco, devo ammetterlo, lo faccio veramente ad ogni morte di Papa e non per motivi teologici, ma solo perché non sempre si trova e, soprattutto, perché è uno di quei tagli che, per motivi a me oscuri, ai bambini sembra non piacere, salvo poi leccarsi i baffi quando lo mangiano.

Questa volta l'ho preparato in modo quasi tradizionale, se non per la piccola variazione con il rosmarino e l'arancia, alla ricerca di profumi e sapori, decisi e contrastanti.

Per l'accompagnamento qualche fetta di polenta, rosolata in padella quel tanto che basta per dargli una leggera croccantezza superficiale.



Dolci




Avendo finito cioccolate e marmellate, ma avendo ancora un bel po' di pasta frolla, ho dovuto giocoforza recuperare avanzi vari ed inventarmi qualcosa, visto che mai e poi mai avrei potuto impacchettare la frolla e rimetterla nel frigo, là, sola e triste.

Quindi nulla di che, se non una variazione rispetto a torte fatte in passato, con l'uso quindi della ricotta, leggermente profumata con un po' di Rhum, e arricchita con arance candite e gocce di cioccolata.

Concludo dicendo che, come per quasi tutte le torte a base di ricotta, anche questa è da prepararsi il giorno prima, in modo che la ricotta abbia il tempo di compattarsi per benino.

Per la ricetta completa cliccate qui.




Molto simile a dolci fatti in passato, soprattutto per l’uso della frolla.

D’altronde, che ci volete fare, sui dolci la mia fantasia è ancora modesta, per cui, col tempo, le combinazioni ancora non provate vanno riducendosi e, in più, a volte scopro solo  a cose fatte che quello che ho preparato altro non è che una riedizione di qualcosa di già fatto.





Ennesima torta a base di frolla, che accoglie come ripieno la ricotta, altro elemento ricorrente, qui accompagnata dalle arance e dai fichi secchi.

Per chiunque voglia sollevare eccezioni circa la mia poca fantasia come novello pasticcere, dico da subito che sono d’accordo con lui: sui dolci mi muovo per piccole variazioni, piuttosto che per rivoluzioni, variazioni che ruotano intorno a pochi ingredienti, che cerco di combinare, di volta in volta, in modi diversi.

Come per quasi tutte le torte a base di ricotta, anche questa è da prepararsi il giorno prima, in modo che la ricotta abbia il tempo di compattarsi per benino.

Per la ricetta completa cliccate qui.




Una crostata a base di pasta frolla, che amo particolarmente, tanto da usarla praticamente per tutti i dolci che preparo.

Per il resto, la ricotta - e anche qui nessuna novità - la marmellata di arance amare, che se avete tempo e voglia vi potete fare da voi, le gocce di cioccolata e le mandorle sfogliate.



Conclusioni

Bene, sperando di non essermi dimenticato alcuna ricetta, vi ricordo nuovamente che sabato 25 gennaio 2014 torna l'appuntamento con le "Arance della Salute", scelte dall'Associazione Italiana per la Ricercasul Cancro come simbolo dell'alimentazione sana e protettiva.

Ventimila volontari, affiancati in molti casi dai ricercatori, distribuiranno in duemila piazze italiane circa 330.000 reticelle contenenti 2,5 kg di arance rosse. Con un contributo minimo di 9 euro sarà possibile sostenere concretamente il lavoro dei ricercatori e portare a casa un pieno di vitamine.



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