Un
primo molto colorato e croccante,
preparato avendo in mente il concetto di separazione
- chi mi conosce sa che questo è una mia fissazione - con ciascun elemento del
piatto perfettamente identificabile, alla vista e nel sapore.
La
base sono gli gnocchetti, preparati solo con acqua e farina, con una piccola
aggiunta di zafferano, più per dare un colore che ricordasse quello della più
tradizionale pasta all'uovo, che altro.
Per
quanto riguarda la farina, io ne ho usata una di grano duro, macinata a pietra,
Senatore Cappelli,
una farina di fatto intergale, con un sapore molto deciso e particolare. A
seconda dei vostri gusti, pertanto, potrete usare un mix diverso, ad esempio tagliando la farina di grano duro con
una percentuale di classica semola di grano duro rimacinata.
Il
condimento, invece , è basato su di un classico abbinamento di pesce e verdure,
con le cozze che si affiancano agli asparagi e ai pomodorini datterino.
Delle
cozze, aperte nel modo classico, in padella, ho usato la loro acqua per la
mantecatura finale della pasta, ovviamente in combinazione con quella di
cottura della pasta, in modo che il loro sapore fosse presente, ma non in modo
eccessivo, con il rischio di coprire tutti gli altri. I molluschi, invece, li
ho aggiunti solo a mantecatura ultimata, come peraltro fatto anche per gli
altri elementi del condimento.
Degli
asparagi, ho usato la parte terminale - le punte e circa cinque centimetri di
gambo - come condimento, prima con una rapida sbianchitura e poi saltandoli
altrettanto rapidamente in padella, con olio extravergine, sale e un pizzico di
pepe. La parte rimanente dei gambi, invece, l'ho usata per prepararci un brodo
leggero, nel quale ho poi cotto gli gnocchetti.
I
pomodorini, infine, lasciati appassire in forno, con la sola aggiunta di un
pizzico di sale, in modo da accentuarne la dolcezza e poi, come già detto,
aggiunti a mantecatura completata.
Ingredienti
(per 4 persone)
Per
gli gnocchetti
- Quattro etti di farina di grano duro Senatore Cappelli
- Due cucchiai di olio extravergine di oliva
- Una bustina di zafferano in polvere
- Duecentoventi grammi di acqua tiepida
Per
gli asparagi
- Due mazzi di asparagi
- Olio extravergine di oliva
- Sale marino
- Pepe nero
Per
il brodo di asparagi
- I gambi degli asparagi (vedi sopra)
- Sette litri di acqua
- Sala marino grosso
Per
i pomodorini appassiti
- Trenta piccoli pomodorini datterino
- Sale marino
Per
le cozze
- Due chili di cozze
- Olio extravergine di oliva
Partite
con i pomodorini disidratati,
prendendo i datterini - scegliete i più piccoli che trovate - e tagliandoli a
metà nel verso della lunghezza, quindi disponendoli, con la parte tagliata
rivolta in alto, in una teglia sulla quale avrete prima messo un foglio di
carta da forno.
Distribuite
sopra i pomodorini un poco di sale, cosa che aiuterà il rilascio dell'acqua,
poi infornate la teglia a 70°, fino a quando i pomodorini non si saranno in
parte raggrinziti, cosa per la quale
ci dovrebbe volere circa un'ora e mezza, segno che buona parte della loro acqua
sarà oramai evaporata.
Mi
raccomando, non abbiate fretta e non alzate la temperatura, dato che i pomodori
devono disidratarsi e non cuocersi, e 70° sono la giusta temperatura per far
evaporare l'acqua in modo non traumatico. Tenete comunque presente che il
livello di disidratazione dei
pomodorini dipenderà anche dal vostro gusto, potendo scegliere se lasciarli
essiccare più o meno a lungo, ricordando che tanto più questa sarà prolungata,
senza eccedere comunque, tanto più concentrato sarà il loro sapore.
Quando
i pomodorini sono pronti, togliete la teglia dal forno e fateli freddare.
Tanto
che i pomodorini sono in forno, preparate anche il brodo di asparagi, togliendo
da questi e mettendo da parte le punte, con circa cinque centimetri di gambo, e
mettendo la parte rimanete in una pentola piuttosto capiente, insieme ad almeno
sette litri d'acqua.
Aggiungete
un poco di sale grosso, quindi portate la pentola sul fuoco e, dal
raggiungimento del bollore, proseguite, a fiamma bassa, per circa quaranta
minuti, in modo da ottenere un brodo non troppo intenso.
Quando
il brodo è pronto, assaggiatelo per regolarne la giusta sapidità - come regola
generale, salate il brodo sempre verso la fine della cottura, in modo da tener
conto dell'evaporazione dell'acqua - poi filtratelo, togliendo asparagi ed
eventuali residui.
Per
quanto riguarda, invece, le punte degli asparagi, prendete per prima cosa una ciotola
bella grande e riempietela con acqua freddissima, magari aggiungendo anche del
ghiaccio o, se non l'avete, mettendo preventivamente la ciotola con l'acqua nel
frigorifero.
Portate
a bollore abbondante acqua leggermente salata, quindi tuffateci gli asparagi,
facendoli cuocere per tre minuti dalla ripresa del bollore, in modo che
rimangano ben croccanti (se a voi non dovessero piacere così croccanti,
estendete la cottura a cinque minuti).
Quando
gli asparagi sono pronti, prendeteli con un mestolo bucato e travasateli
nell’acqua ghiacciata, in modo da fermarne la cottura e fissarne il colore, quindi scolateli definitivamente e fateli
asciugare.
Mettete
gli asparagi sul tagliere e, usando un coltello con la lama ben affilata,
tagliateli a pezzi regolari, ricavando prima la punta e poi, dalla parte
rimanente, dei pezzi di circa un centimetro di lunghezza.
Prendete
una padella, meglio se anti-aderente, metteteci quattro cucchiai di olio
extravergine e portatela sul fuoco, a fiamma media, facendo scaldare l'olio e
aggiungendo poi gli asparagi, che farete saltare, a fiamma vivace, giusto per
un paio di minuti, in modo che possano insaporirsi nell'olio, senza però
continuare nella loro cottura.
Regolate
di sale e date una macinata di pepe nero, quindi spegnete la fiamma, travasate
gli asparagi in un piatto e teneteli da parte in attesa di usarli.
Ora
è il momento delle cozze, che pulirete eliminandone prima di tutto le
incrostazioni usando il dorso della lama di un coltello e poi, con un movimento
energico, staccando manualmente la barbetta, o bisso, che fuoriesce dalle
valve.
Prendete una padella piuttosto
ampia, ungetela con un paio di cucchiai d'olio, portatela sul fuoco e, quando
questa sarà ben calda, unite le cozze, coprendo con il coperchio e facendo
andare, a fiamma vivacissima, fino a quando le cozze non si saranno aperte,
momento nel quale spegnerete la fiamma.
Mi
raccomando, non tenete troppo tempo la padella sul fuoco, con l'intenzione di
far aprire fino all'ultima cozza, con il rischio di far stracuocere quelle già
aperte solo per averne qualcuna in più da mangiare.
Fate
freddare, quindi separate i molluschi dal loro guscio, mettendoli in una
ciotola, poi filtrate per bene il liquido rilasciato dalle cozze - potete usare
un colino a maglie fini oppure qualche foglio di garza sterile, messo
all'interno di un colino normale - raccogliendolo direttamente in un pentolino,
in modo che poi possiate scaldarlo (mezzo mestolo del liquido versatelo sui
molluschi che avete messo nella ciotola, in modo che questi rimangano ben umidi
e non tendano ad asciugarsi troppo).
Preparate
infine e, se avete l’impastatrice, metteteci la farina, l'olio extravergine e
l’acqua tiepida - la temperatura dovrebbe essere all'incirca di 30°, in modo da
accentuare l'elasticità dell'impasto - nella quale avrete sciolto lo zafferano.
Fate
andare l'impastatrice per circa dieci minuti, fino a quando si sarà formata la
classica palla, che toglierete e impasterete a mano ancora per un minuto. Se
non avete l’impastatrice o se, per qualche motivo, vi dovesse piacere sentire
la fatica sugli avambracci, fate la classica fontana sul tavolo, versateci al
centro l’acqua con lo zafferano e l'olio e poi impastate.
In
ogni caso, tenete presente che l’impasto avrà una consistenza notevole, che
renderà faticoso il suo impasto, sia che lo facciate a mano che con
l’impastatrice e così deve essere, per cui resistete alla tentazione di
aggiungere altra acqua.
Considerando
che la pasta è preparata solamente con acqua e farina, non sarà necessaria una
fase di riposo, che invece è vitale
per la classica pasta all’uovo, per cui avvolgetela nella pellicola trasparente
e mettetela in frigorifero solo nel caso l'aveste preparata con abbondante
anticipo.
Prendete
ora un pezzo dell'impasto appena fatto e cominciate a dargli una forma
cilindrica, proprio come se doveste fare i classici gnocchi di patate, usando i
palmi delle mani, con i quali farete rotolare
l'impasto sul piano di lavoro, esercitando al tempo stesso una leggera pressione verso l'esterno, in modo da allungare la pasta, fino ad ottenere un
cilindro non troppo spesso, di circa un centimetro di diametro.
Usando
un coltello, o una di quelle spatole in acciaio per tagliare gli impasti,
ricavate i singoli gnocchetti, ricordando che questi dovranno essere più
piccoli di quelli di patate, dato che la natura del loro impasto li rende
piuttosto tenaci.
Ripetete
tutti i passi fino ad esaurire la pasta, quindi mettete gli gnocchi in un
vassoio, leggermente infarinato, e copriteli con un panno leggermente umido.
Bene,
siamo pronti per la cottura, per la quale, per prima cosa, dovrete riportare a
bollore il brodo di asparagi, controllando ancora una volta la sua corretta
sapidità.
Quando
il brodo è a bollore, unite gli gnocchetti, facendoli cuocere per circa otto
minuti, anche se tale tempo dipende molto dal mix di farine che avete usato e
dalla reale dimensione degli gnocchi, motivo per cui vi consiglio di
sacrificare un paio di gnocchetti per una prova di cottura, assaggiandoli ad
intervalli regolari, in modo da determinare l'esatto tempo complessivo, tenendo
comunque presente che questo tipo di pasta deve rimanere piuttosto tenace,
quasi gommosa, e non certo morbida come i più classici gnocchi di patate.
Tanto
che gli gnocchetti sono in cottura, prendete una padella, ampia abbastanza da
poterli poi contenere per la mantecatura finale, e metteteci un mestolo del
liquido delle cozze (il liquido rimanente tenetelo comunque a bollore leggero,
nel caso vi servisse), portandola poi sul fuoco, a fiamma bassa, in modo che
sia caldo quando vi unirete la pasta.
Quando
mancano un paio di minuti alla fine della cottura degli gnocchetti, prendete
una tazza (ne basta una, dato che c’è anche il liquido delle cozze) e
riempitela con la sua acqua, ricca di amido, che vi servirà per la mantecatura
finale.
Un
modo alternativo, e direi anche preferibile visto che non vi costringe a
mettere da parte l'acqua di cottura è quello di prendere gli gnocchetti
direttamente dalla loro pentola, usando un mestolo bucato, e unirli direttamente
nella padella con il condimento. In questo modo avrete a disposizione tutta
l'acqua di cottura, senza dover fare considerazione su quanta ve ne serva, con
il rischio di sbagliare.
Quando
gli gnocchetti sono cotti, scolateli velocemente e, senza perdere tempo ad
eliminare completamente l’acqua di cottura, uniteli nella padella con il
liquido delle cozze, alzando la fiamma e procedendo con la mantecatura, usando anche
l'acqua di cottura messa da parte e facendo in modo che la pasta risulti ben
cremosa, interrompendo la mantecatura quando vedete che il fondo comincia, per
effetto della completa evaporazione dell’acqua residua, a ridursi troppo.
Quando
la cremosità è quella giusta, unite i molluschi delle cozze, scolandoli per
bene dai residui del loro liquido, e gli asparagi, continuando a mescolare giusto
per un minuto, in modo che entrambi possano riprendere calore, quindi spegnete
e unite anche i pomodorini appassiti, mescolando per un'ultima volta.
Impiattate
rapidamente per evitare che gli gnocchetti si asciughino, guarnite se volete e portate velocemente in tavola.
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