14 dicembre 2013

Le mie ricette - Papacelle ripiene con pomodori secchi, uva passa, pangrattato e pecorino romano



Le papacelle - chi mi segue oramai lo saprà - altro non sono che la denominazione laziale di quei peperoni tondi e schiacciati, che sembrano nati per essere riempiti con tutto ciò che vi possa venire in mente.

Ora, per quella strana congiunzione astrale che fa si che le stagioni non siano più quelle di una volta - con buona pace degli adoratori delle frasi fatte - ho trovato delle splendide papacelle, di provenienza laziale, a metà novembre, cosa decisamente anomala, visto che questo tipo di peperoni ha un ciclo di vita piuttosto breve, che va normalmente da fine luglio a metà settembre.

Comunque, visto che non posso certo essere io a contrastare i mutamenti climatici, me le sono prese e, tornato a casa, le ho riempite con quello che avevo: pomodori secchi, pecorino romano e pangrattato.

Ho poi aggiunto l'uva passa, che con la sua dolcezza ben contrasta i sapori forti e decisi dei pomodori e del pecorino romano, quest'ultimo di Brunelli, noto caseificio romano e rinomato produttore, appunto, di pecorino.

Non ho invece volutamente aggiunto erbette, dato che ho temuto che queste potessero essere completamente sovrastate dagli altri sapori, che come già detto sono piuttosto decisi.

Come per tutti i ripieni, infine, ricordatevi che ciò che conta è il giusto bilanciamento tra ingredienti, per cui, al di la delle quantità che vi darò, lasciatevi guidare dal vostro colpo d'occhio.

Ingredienti  (per 4 persone)
  1. Otto papacelle
  2. Otto cucchiai di pangrattato
  3. Sedici pomodori secchi sott'olio
  4. Due cucchiai belli colmi di pecorino romano grattugiato
  5. Due cucchiai belli colmi di uva passa
  6. Olio extravergine di oliva
  7. Sale e pepe

Per prima cosa mettete l'uva passa a bagno in acqua fredda, dove dovrà restare almeno una decina di minuti.

Pulite le papacelle - cercate di prenderle tutte della stessa dimensione, se non altro per un bilanciamento estetico, e non troppo grandi - facendo un incisione, con un coltello bello affilato, tutto intorno al picciolo, in modo da rimuoverlo come fosse un tappo, al quale toglierete la parte bianca ed i semi e terrete da parte.

Sempre aiutandovi con il coltellino, e facendo molta attenzione a non forare le papacelle, eliminate le coste interne ed i semi.

Salate leggermente le papacelle al loro interno e mettetele direttamente nella teglia dove le cuocerete, teglia che avrete prima leggermente unto con qualche cucchiaio di olio extravergine.

Mettete da parte e dedicatevi al ripieno, prendendo per prima cosa i pomodori secchi e scolandoli per benino dal loro olio, mettendoli sul tagliere e tritandoli grossolanamente usando un coltello a lama grande e mettendoli infine in una ciotola.

Aggiungete nella ciotola il pangrattato - se avete del pane secco, vi consiglio caldamente di farvelo da voi, usando il mixer - e il pecorino romano, dando una prima mescolata per armonizzare il tutto.

Salate leggermente - pomodori secchi e pecorino hanno già una buona sapidità - date una generosa macinata di pepe nero, poi unite l'uva passa, che avrete ovviamente prima scolato e asciugato, e per finire bagnate il ripieno con almeno otto cucchiai di olio extravergine.

Valutate se il ripieno sia sufficientemente umido, ricordando che non c'è nulla di peggio di un ripieno troppo asciutto, con il pangrattato che vi si nebulizza in bocca quando addenterete il tutto.

Aiutandovi con un cucchiaino, riempite le papacelle con il ripieno, arrivando tranquillamente fino all'orlo, considerando che il ripieno non crescerà durante la cottura.

Accoppiate ogni tappo alla sua papacella, poi salate leggermente le papacelle in superficie e ungetele leggermente con un ultimo giro d’olio extravergine.

Infornate a 170° per circa un’ora e un quarto, fino a quando i peperoni non saranno raggrinziti, segno di una loro perfetta cottura.

Spegnete, tirate fuori dal forno e fate riposare, considerando che, come quasi tutte le verdure ripiene, anche questi vanno mangiati a temperatura ambiente.

Bene, non resta che impiattare, guarnire come meglio vi aggrada e divorare il tutto.

Buon appetito.

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