Qualche giorno fa, parlando con mia figlia, le ricordavo
come si faceva merenda quando ero piccolo - parliamo degli anni 60 e 70, per
capirci - raccontandoli della semplicità con la quale ci si sfamava e, quasi
come un lampo, mi è rivenuta in mente la fetta di pane sciapo, quello di Terni,
sulla quale veniva sfranto un
pomodoro, aggiungendo poi un poco di olio e di sale.
Benché mia figlia mi guardasse perplessa, ho continuato a
decantarle la bontà di quella merenda e, per darle una prova concreta, ho
pensato di rifarla, ovviamente non come l’originale, ma in una sua variante
spregiudicata, dato che per me la cucina è innanzitutto sperimentazione e
divertimento.
Sono ovviamente partito dal pane casareccio, prendendone
la mollica e frullandola insieme all’acqua di pomodoro, poco sale e un paio di
cucchiai di olio extravergine di oliva, fino a ottenere una sorta di crema
piuttosto grezza.
Con la polpa dei pomodori, invece, ho preparato una gelatina non troppo densa, lavorata
totalmente a freddo e addensata usando un poco di gomma di xantano, che
ho poi usato quasi come elemento di guarnizione, come potete vedere dalla foto.
Infine, come potete ancora una volta vedere dalla foto,
ho servito il tutto all’interno di alcuni pomodori camone, svuotati di polpa e
semi, che alla fine fungono sì da contenitori, ma volendo possono anche essere
mangiati.
Tutto qui, per una variazione di una merenda della mia
infanzia, che modifica le consistenze e le lavorazioni, ma nulla aggiunge ai
pochi ingredienti che la compongono, rispettandone quindi lo spirito originale,
fatto di semplicità ed economicità.