Chi mi segue avrà notato che, recentemente, ho dato una
decisa accelerazione su zuppe e minestre, un po’ visto il clima più freddo, un
po’ perché adoro i legumi, tutti, senza troppa distinzione tra l’uno e l’altro.
Questa volta è stato il turno delle cicerchie,
un legume a lungo tempo quasi dimenticato, che però recentemente sta tornando
sulle tavole, e i ceci, legumi che ho unito in matrimonio usandoli entrambi, in
un esperimento che, a dire di moglie e figli, ha avuto pieno successo.
Insieme ai legumi, che ho in parte ridotto in crema e in
parte lasciati interi, l’indivia, stufata rapidamente in tegame prima di unirla
a ceci e cicerchie, e che con il suo retrogusto amaro crea un bel contrasto.
Infine, per dare croccantezza, ma anche perché un romano
non sa farne a meno, il guanciale, passato prima in padella, per renderlo
croccante ma anche per eliminarne buona parte del grasso, e poi unito solo al
momento di servire, in modo che non perdesse croccantezza, cosa che avverrebbe
se unito troppo presto alla zuppa.
Infine, non certo indispensabile, una piccola guarnizione
con l’indivia cristallizzata, ottenuta friggendone alcune foglie in olio ben
caldo, giusto una trentina di secondi, in modo da farne evaporare l’acqua e,
appunto, renderla croccate e delicata come il cristallo.
Concludo la premessa dicendovi che io ho deciso di non
aggiungere parmigiano o, ancora meglio, pecorino romano, cosa che però può
essere una giusta variazione, visti i sapori decisi del piatto, per cui lascio
a voi la scelta.