29 novembre 2016

Zuppa di lenticchie di Castelluccio, fregola sarda e calamari, con crostini di pane al profumo di rosmarino



Visto che avevo usato le interiora dei calamari per questa ricetta, non potevo non utilizzarne anche tutto il resto, cosa che ho fatto preparando una zuppa, che sostanzialmente può essere vista come una sorta di reinterpretazione dell’altra ricetta, visto che gli ingredienti di base sono praticamente gli stessi.

Una zuppa, quindi, dove alle lenticchie di Castelluccio ridotte in crema ho aggiunto i calamari, tagliati grossolanamente a pezzi e fatti cuocere direttamente nella crema, giusto per dieci minuti, considerando che poi, una volta spento il fuoco, la loro cottura sarebbe comunque continuata per qualche altro minuto.

La fregola sarda, invece, l’ho cotta separatamente e poi aggiunta alla zuppa. Ho preferito procedere in questo modo per eliminarne l’amido, che altrimenti, con una cottura classica, direttamente nella zuppa, si sarebbe unito ad essa, con un retrogusto evidente e poco piacevole (gusti personali, ovviamente).

Infine, uniti solo al momento di servire, dei piccoli crostini di pane profumati al rosmarino, usato peraltro anche per insaporire la zuppa.

26 novembre 2016

Carpaccio di cernia dorata, con crumble alla puttanesca



Ricordate che il pesce crudo, prima di essere preparato e servito, deve essere abbattuto o congelato (il tempo di abbattimento dipende dalla temperatura e va dalle 9 ore a -40° fino alle 96 a -15°) in modo da eliminare il rischio di contaminazioni da parte di batteri e parassiti, tra i quali il più pericoloso è sicuramente l'Anisakis. Per quanto riguarda gli esercizi commerciali, punti vendita e ristoranti, esiste l'obbligo di informazione al consumatore, come stabilito dal Ministero della Salute.

Dopo aver usato la cernia dorata per questa ricetta, ho perseverato (sperando che ciò non sia, almeno questa volta, diabolico), preparando un altro carpaccio, dove al pesce ho unito, come elemento croccante, un crumble di panne ‘alla puttanesca’, fatto cioè aggiungendo alla mollica gli ingredienti base della puttanesca: pomodoro, capperi, olive, acciughe, aglio e prezzemolo.

Il crumble l’ho preparato tritando gli ingredienti della puttanesca insieme alla mollica del pane e poi tostandolo in padella con un filo d’olio, con la sola eccezione del prezzemolo, aggiunto invece al momento dell’impiattamento per evitare che la tostatura lo bruciasse e lo rendesse amaro.

La cernia, poi, l’ho condita solamente con un velo di olio di oliva e qualche fiocco di sale al naturale, visto che il crumble portava già da sé sapori importanti.

Un altro piatto veloce, quindi, dai pochi ingredienti e di preparazione decisamente semplice.

24 novembre 2016

Spaghetti quadrati con ragù di calamaro e broccolo romanesco



Ritorna l’abbinamento pesce-verdure, forse quello che più amo, questa volta nella forma di un primo piatto, dove come formato di pasta ho scelto gli spaghetti quadrati, o alla chitarra, che dir si voglia.

Come pesce - come mollusco, ad essere pignoli - ho scelto il calamaro, del quale ho utilizzato anche le interiora, in modo da avere un gusto ancora più intenso, tagliato molto finemente, quasi battuto, e poi cotto a fuoco gentile per circa 45 minuti, in modo da renderlo morbido e, al tempo stesso, di ottenere un fondo molto saporito (come sono sicuro saprete, il calamaro ama cotture molto brevi o molto lunghe).

Il broccolo romanesco, invece, l’ho cotto insieme alla pasta - i loro tempi di cottura sono molto simili - in modo che il suo sapore, trasferendosi in parte all’acqua, fosse poi in parte assorbito anche dagli spaghetti, che poi ho ovviamente mantecato, facendo quindi unire i due elementi del condimento.

In definitiva, un piatto dai pochi ingredienti e decisamente semplice da preparare.

22 novembre 2016

Carpaccio di cernia dorata, con acqua di cetriolo allo zenzero e aceto di mele, pinoli tostati al sale, fiocchi di sale e timo



Ricordate che il pesce crudo, prima di essere preparato e servito, deve essere abbattuto o congelato (il tempo di abbattimento dipende dalla temperatura e va dalle 9 ore a -40° fino alle 96 a -15°) in modo da eliminare il rischio di contaminazioni da parte di batteri e parassiti, tra i quali il più pericoloso è sicuramente l'Anisakis. Per quanto riguarda gli esercizi commerciali, punti vendita e ristoranti, esiste l'obbligo di informazione al consumatore, come stabilito dal Ministero della Salute.

Incuriosito dalla cernia dorata che sembrava mi guardasse dal banco del pesce e che, credo, di non aver mai usato, ho ceduto alla tentazione e me la sono portata a casa.

Fedele alla mia passione, che mi porta a consumare il pesce quasi sempre a crudo, ci ho fatto un carpaccio, condito solo con un velo di olio extravergine di oliva, qualche fiocco di sale al limone e un poco di timo.

Ad accompagnare il carpaccio, un’acqua di cetriolo, ottenuta estraendone il succo - vi anticipo che vi servirà una centrifuga o un estrattore per succhi - alla quale ho poi aggiunto un poco di succo di zenzero e di aceto di mele, in modo da avere un retrogusto acidulo e leggermente pungente.

Un piatto veloce, quindi, dai pochi ingredienti e di preparazione tutto sommato semplice.

19 novembre 2016

Quenelle di quinto quarto di calamaro alla colatura di alici, con crema di lenticchie e crostini di pane



Ecco una ricetta che ha senso se avete comprato qualche calamaro per farci altro, visto che qui useremo le interiora - il quinto quarto, appunto, nella sua accezione romana - che normalmente vengono gettate via.

Va da sé, quindi, che quando prenderete i calamari, non dovrete farveli pulire, cosa che peraltro suggerisco di non fare mai, visto che la loro pulizia è veramente semplice e, se fatta a casa, vi darà appunto la possibilità di sfruttare tutte le parti del calamaro.

La parte principale del piatto sono quindi delle quenelle fatte con le interiora dei calamari, fatte cuocere in olio extravergine per una ventina di minuti, insieme ad aglio, peperoncino, qualche grano di pepe e qualche gambo di prezzemolo.

A cottura quasi ultimata, ho aggiunto un poco di colatura di alici e poi, una volta pronto, ho battuto le interiora al coltello, in modo da avere la giusta consistenza per poter formare le quenelle.

Ad accompagnare le quenelle, una crema di lenticchie di Castelluccio, condita solamente con olio extravergine di oliva - ancora una volta lo Spalià del Frantoio Cestini, un olio monovarietale di “ascolana tenera” - sale e pepe nero.

18 novembre 2016

Malloreddus con crema di zucchine romanesche, crema di carote, croccante di pane al basilico e pecorino



A me, che sono un consumatore smodato di pesce (molto meno, invece, di carne), ogni tanto un piatto vegetariano male non fa, come ad esempio quello del quale vi racconto qui; un piatto che, se eliminate anche il pecorino, è adatto anche agli amici vegani.

La base del condimento sono due creme, preparate separatamente e poi unite solo all’ultimo momento: la prima di zucchine romanesche; la seconda di carote gialle. Entrambe sono state preparate bollendo le verdure in acqua leggermente salata, passandole in acqua ghiacciata e poi frullandole solo con olio extravergine di oliva e la loro acqua di cottura.

A completare il condimento, il pecorino romano - questa volta ho usato il Gran Riserva di Pitzalis - e un croccante di pane al basilico, che porta profumi e croccantezza.

Un piatto semplice, in definitiva, direi anche veloce da preparare, dato che la cottura delle verdure non vi porterà via più di una mezz’ora.

17 novembre 2016

Carpaccio di branzino, con liquerizia, mirtilli, menta ed emulsione al balsamico



Ricordate che il pesce crudo, prima di essere preparato e servito, deve essere abbattuto o congelato (il tempo di abbattimento dipende dalla temperatura e va dalle 9 ore a -40° fino alle 96 a -15°) in modo da eliminare il rischio di contaminazioni da parte di batteri e parassiti, tra i quali il più pericoloso è sicuramente l'Anisakis. Per quanto riguarda gli esercizi commerciali, punti vendita e ristoranti, esiste l'obbligo di informazione al consumatore, come stabilito dal Ministero della Salute.

Ritorno ancora una volta - in realtà non è che me ne sia mai andato - con una preparazione a base di pesce crudo, questa volta usando il branzino (o spigola, che dir si voglia).

Un carpaccio, quindi, dove al branzino ho abbinato la polvere di liquerizia - l'ho ricavata grattugiando uno di quei legnetti che molti amano ciucciare - i mirtilli e le foglioline di menta fresca, condendo poi il tutto con un’emulsione di olio extravergine e aceto balsamico, in modo da esaltare i contrasti nei sapori, giocando con amaro, dolce e acidulo, lasciando alla menta il compito di dare freschezza.

Ho ovviamente poi usato del sale marino e del pepe di Sichuan, preferendolo a quello classico in virtù del suo sapore più delicato.

Un piatto decisamente semplice, quindi, che può essere preparato in pochi minuti e che non richiede particolari abilità.

16 novembre 2016

Minestra broccoli e arzilla 2.0



Come i romani di certo sapranno, la minestra broccoli e arzilla (nome romano per la razza) appartiene a quella parte della tradizione gastronomica romana che, benché forse meno nota e per così dire oscurata da piatti che, al momento, riscuotono maggior successo, ha comunque un radicamento deciso nel passato, un passato fatta di piatti poveri e nutrienti, che per fortuna cominciano ad essere riscoperti.

La base di partenza è stata quindi la ricetta tradizionale, modificata poi per cercare nuove consistenze e sapori - vabbè, voglio essere sincero, l’ho modificata perché non mi piace seguire alla lettera ricette note - cercando comunque di non allontanarmi troppo dalla versione della tradizione.

Innanzitutto il broccolo romanesco, che l’ho usato riducendolo in crema dopo averlo bollito in acqua, in modo da avere un piatto più denso e cremoso rispetto alla ricetta originale.

Per quanto riguarda il pesce, oltre ovviamente all’arzilla, ho aggiunto anche l’orata e la gallinella, quasi a spostarsi verso una sorta di minestra di pesce, usando tute le varietà a crudo, nel senso di averle unite crude alla crema di broccolo e facendole cuocere all’interno di essa, in modo da non disperdere in alcun modo il loro sapore.

Con gli scarti del pesce, invece, ci ho fatto un brodo non molto ristretto, che ho utilizzato, insieme all’acqua di cottura bel broccolo, per dare la giusta consistenza alla crema.

15 novembre 2016

Crudo di filetto di manzo, con burrata, olio al basilico, melagrana e crostini di pane all’aglio



Oramai immagino sappiate che quando prendo qualsiasi cosa su richiesta della famiglia, fingo sempre di sbagliarmi sulle quantità, con l’unico fine di poter poi avere una scusa per preparare qualcosa che mi aggradi.

Questa volta l’errore l’ho fatto sul filetto, prendendone quel tanto in più che mi consentisse di prepararci un piatto, usando la carne rigorosamente a crudo, visto che più vado avanti e più - non chiedetemi perché - tendo a stare lontano dalle cotture.

La carne l’ho condita con del sale marino, qualche fiocco di sale affumicato, un poco di radice di zenzero grattugiata, semi di coriandolo macinati e olio extravergine di oliva, qui incarnato dallo splendido Spalià del Frantoio Cestini.

A fare da contorno al filetto, prima di tutto la burrata, quasi a ribadire la cremosità del piatto, usata naturalmente in purezza e disposta come se fosse la base del piatto.

Come elementi croccanti, dei crostini di pane, dorati in padella e profumati all’aglio, e poi i semi di melagrana, che oltre alla croccantezza portano anche quel minimo di acidità necessaria a bilanciare i sapori.

12 novembre 2016

Zuppa di fagioli del purgatorio, cozze, broccoletti, erba cipollina e crostini di pane all’aglio



Freddo che arriva, zuppa che viene...

Per la serie “toglietemi tutto, ma non il pesce”, ho deciso di prepararne una abbinando ai fagioli del purgatoriodi Gradoli, dei fagioli molto piccoli e dal gusto molto delicato e che ho ridotto in crema, le cozze, con parte del loro liquido unito alla crema, mentre i molluschi aggiunti solo all'ultimo momento, in modo da non mortificarli con una cottura eccessiva.

Ho poi usato anche i broccoletti, prima sbianchiti e poi uniti alla zuppa, che con la loro nota amarognola ben contrastano la morbidezza dei fagioli e che, peraltro, aggiungono una nota cromatica al piatto.

Completano il piatto dei piccoli di dadini di pane, tostati in padella con olio extravergine di oliva e profumati all’aglio, e l’erba cipollina, anch’essa aggiunta all’ultimo momento.

Come guarnizione, infine, ho usato alcune foglie di broccoletto, che ho fatto essiccare in forno, fino a farle diventare croccanti e friabili.

11 novembre 2016

Crudo di ricciola, con melanzane saltate e miglio, con olio alla bottarga, limone e aglio



Ricordatevi che il pesce crudo, prima di essere preparato e servito, deve essere abbattuto o congelato (il tempo di abbattimento dipende dalla temperatura e va dalle 9 ore a -40° fino alle 96 a -15°) in modo da eliminare il rischio di contaminazioni da parte di batteri e parassiti, tra i quali il più pericoloso è sicuramente l'Anisakis. Per quanto riguarda gli esercizi commerciali, punti vendita e ristoranti, esiste l'obbligo di informazione al consumatore, come stabilito dal Ministero della Salute.

Una piccola variazione di questa ricetta, che ho preparato per il semplice motivo che amo smodatamente la ricciola e che, come quasi tutti i pesci, adoro consumare cruda, in modo da mantenerne inalterate le caratteristiche nutrizionali e organolettiche (in realtà perché mi piace così, ma detto nell’altro modo è più figo).

Rispetto all’altra ricetta ho operato per sostituzione, usando le melanzane, rapidamente saltate in padella con olio extravergine, al posto delle zucchine e il miglio al posto del cous cous.

Ho infine condito il tutto usando un olio profumato a caldo con bottarga di muggine - questa volta ho usato quella in polvere - scorza di limone e aglio, aggiungendo infine dei fiocchi di sale al naturale e un poco di pepe di Sichuan.

Concludo dicendovi che, al di là delle quantità indicate, valutate per bene l'equilibrio di tutti gli ingredienti, cosa fondamentale per evitare la prevalenza dell'uno sugli altri.

10 novembre 2016

Ravioli ‘acqua e farina’ croccanti con cuore di scorfano e pistacchi, accompagnati da acqua di pomodoro e pelle croccante


Questa ricetta è entrata nel novero dei vincitori del Contest “Giri di Pasta”



Ritornano dopo una breve assenza i ravioli, preparati secondo gli insegnamenti dello Chef stellato Errico Recanati, del Ristorante Andreina di Loreto, insegnamenti che porto con me quasi fossero la cosa più preziosa che posseggo.

I ravioli li ho preparati solamente con acqua e farina Kamut (ricordo sempre che Kamut è un marchio registrato e non un tipo di grano), dato che il condimento utilizzato, semplice e essenziale, rendeva poco appropriata una preparazione classica con le uova.

Come ripieno, ho scelto lo scorfano, lavorato a crudo, e i pistacchi, conditi solamente con olio extravergine, sale marino, semi di coriandolo e un poco di scorza di limone grattugiata.

Il ripieno, come dicevo, non è stato cotto preventivamente, ma la sua cottura è stata invece lasciata alla cottura stessi dei ravioli, peraltro di soli tre minuti, in modo da non mortificare il pesce, che come sono sicuro saprete, non ama le cotture prolungate.

Dopo la classica cottura in acqua, inoltre, ho fatto saltare i ravioli in padella, solo dal lato della base e con un filo d’olio extravergine, in modo da renderli in parte croccanti - nella fotto ho disposto i ravioli in modo che se ne potesse vedere il risultato finale - ottenendo un piacevole contrasto nelle consistenze.

8 novembre 2016

L’insalata greca si mette in forma…



No, non nel senso che si dedica alla cura del proprio corpo, per riprendere tono muscolare e bruciare grasso, ma nel senso di prendere una forma, nello specifico quella sferica.

Si tratta quindi di una classica insalata greca - lo dico subito, non amo l’origano e l’ho quindi sostituito con il basilico - servita come Finger Food, in una forma sferica, appunto, e dove gli altri ingredienti sono stati ridotti in dimensione, per ovvi motivi di spazio.

La cipolla - visto il periodo in cui ho preparato il piatto, ho usato quella di Tropea -  invece di unirla agli altri ingredienti, l’ho usata in versione liquida, lasciandola marinare per un paio d’ore in acqua e aceto di mele, poi frullando il tutto e facendo quindi ridurre sul fuoco, in modo da ottenere una consistenza leggermente cremosa.

Completano il piatto dei piccolissimi crostini di pane, ricavati da un panino con la mollica molto compatta e poco alveolata e velocemente tostati in un olio extravergine di oliva.

7 novembre 2016

Carpaccio di mormora e pompelmo rosa, con sale nero e riduzione di pompelmo rosa e Aperol



Ricordate che il pesce crudo, prima di essere preparato e servito, deve essere abbattuto o congelato (il tempo di abbattimento dipende dalla temperatura e va dalle 9 ore a -40° fino alle 96 a -15°) in modo da eliminare il rischio di contaminazioni da parte di batteri e parassiti, tra i quali il più pericoloso è sicuramente l'Anisakis. Per quanto riguarda gli esercizi commerciali, punti vendita e ristoranti, esiste l'obbligo di informazione al consumatore, come stabilito dal Ministero della Salute.

Continua l’avventura con il pesce crudo, che d’estate raggiunge il suo apice, vuoi perché a me il pesce piace così, vuoi perché, con il caldo, cerco di rimanere lontano dai fornelli, cosa che ho fatto anche questa volta, grazie al contributo di un paio di mormore (o marmore), trovate freschissime sui banchi della mia pescheria preferita di Anzio, quell’“Amore di Mare” che ha degnamente sostituito il mitico “Peppinello”, oramai a riposo.

Insieme alle mormore, il pompelmo rosa, sia in purezza, che nella forma di una sua riduzione, impreziosita e resa più decisa con l’aggiunta dell’Aperol, per un piatto dai contrasti assolutamente rilevanti, quasi spregiudicati.

Come condimento, vista la presenza di una componente acida importante, ho usato un’emulsione a base di olio extravergine di oliva e aceto balsamico, in modo da aver anche una nota dolce.

5 novembre 2016

Spaghetti quadrati con crema di zucchine spinose all’aglio nero, bottarga di muggine e pinoli tostati al sale



Ogni tanto mi lascio tentare da ortaggi poco conosciuti o, comunque, poco utilizzati, come fu tempo fa per il cavolo rapa, usato in questa ricetta.

Questa volta la sorte è toccata alla zucchina spinosa, nota anche come chayote, che credo di aver consumato non più di un paio di volte nella mia vita e, comunque, in tempi decisamente lontani, quando mio Zio e mentore me la fece assaggiare.

Non sapendo bene cosa farci - in passato lo avevo mangiato fritto in pastella - alla fine ho deciso di usarlo per un primo, preparandoci una crema, che ho poi profumato con l’aglio nero, non facile a trovarsi e non proprio economico, ma che ha i profumi e sapori dell'aglio, senza però averne quegli spiacevoli effetti collaterali, che credo tutti abbiano prima o poi sperimentato.


La crema, contrariamente come faccio sempre, l’ho lavorata a caldo, in modo da facilitare l’incorporamento dell’aglio nero, che ha una consistenza quasi gommosa e appiccicosa.

4 novembre 2016

Ricciola in olio-cottura a bassa temperatura, con verdure croccanti al timo e maionese di polpo



Avendo organizzato una cena dove la ricciola regnava sovrana - immagino siate a conoscenza del mio amore per questo pesce - e dopo averla usata per un Finger Food di benvenuto, ho pensato di proporla anche come secondo piatto, se non altro per sgombrare il campo dall’incertezza che qualcuno dei miei ospiti ancora aveva circa la mia smodata passione ittica.

Questa volta la ricciola l’ho cotta in vaso cottura in bagno d’olio e a bassa temperatura - 63° per trenta minuti - usando l'attrezzatura che mi regalai tempo fa e aggiungendo solamente qualche erbetta fresca, un paio di spicchi d’aglio e qualche grano di pepe nero.

Ad accompagnare il pesce, delle verdure croccanti - zucchine romanesche, carote gialle, sedano rapa e cipollotti freschi - cotte velocemente in acqua a bollore, poi repentinamente freddate (di fatto, quindi, le ho sbianchite) e infine condite solamente con olio extravergine di oliva, sale, pepe bianco e timo fresco.

Infine, ad accompagnare pesce e verdure, una maionese preparata usando l’acqua di cottura del polpo - va da se che, con il polpo, potrete prepararci un altro piatto - facendola ridurre sul fuoco per circa i 2/3 e procedendo poi come per la maionese tradizionale, sostituendo l’uovo, appunto, con l’acqua del polpo, ricca di proteine e usando un mix di olio di semi di arachide ed extravergine di oliva (la maionese, lo ricordo, è un'emulsione stabile di proteine e grassi, per cui si può usare, al posto delle uova, qualsiasi liquido che abbia un contenuto significativo di proteine).

3 novembre 2016

Boccioli di branzino e mela verde, con timo, fiocchi di sale, pepe di Sichuan ed emulsione al balsamico



Ricordate che il pesce crudo, prima di essere preparato e servito, deve essere abbattuto o congelato (il tempo di abbattimento dipende dalla temperatura e va dalle 9 ore a -40° fino alle 96 a -15°) in modo da eliminare il rischio di contaminazioni da parte di batteri e parassiti, tra i quali il più pericoloso è sicuramente l'Anisakis. Per quanto riguarda gli esercizi commerciali, punti vendita e ristoranti, esiste l'obbligo di informazione al consumatore, come stabilito dal Ministero della Salute.

Avendo avuto a disposizione un bel branzino, e senza la benché minima idea di cuocerlo - non so a voi, ma a me il pesce piace crudo - l’ho utilizzato per una sorta di carpaccio, variando per una volta tanto la presentazione, preparando appunto dei boccioli.

Boccioli per i quali, al branzino, ho abbinato la mela verde, quella di varietà Granny Smith, tagliata sottilissima e che il suo gusto in parte acido ben compensa il sapore pastoso del pesce.

Come condimento, volutamente semplice, un’emulsione di olio extravergine e aceto balsamico, qualche fogliolina di timo, un poco di pepe di Sichuan e qualche fiocco di sale all’aglio orsino, che oltre a dare sapidità aggiunge anche croccantezza.

Ancora una volta, quindi, un piatto decisamente semplice, che può essere preparato in pochi minuti, che non richiede particolari abilità, ma per il quale è caldamente consigliato l’uso di una mandolina, con lo spessore di taglio regolabile, dato che la mela dovrà essere affettata sottilissima, in modo da poterla poi arrotolare.

2 novembre 2016

Risotto ‘agrumato’, con baccalà, crema di cavolo rapa e nocciole



Confesso candidamente che non conoscevo l’esistenza del cavolo rapa fino a quando non l’ho casualmente trovato in un banco del mercato che ogni tanto frequento e che, ovviamente, non ho esitato a prendere, anche se non avevo la più pallida idea di come utilizzarlo.

Alla fine, dopo che riposava da qualche giorno in frigorifero, ho deciso di usarlo per un risotto, riducendolo in una crema, lavorata solo con la sua acqua di cottura e un poco di olio extravergine di oliva, e poi aggiunta al riso più o meno a metà della sua cottura.

Insieme al cavolo rapa, il baccalà, che a casa mia non manca mai, cotto direttamente nel riso e anch’esso aggiunto verso fine cottura, in modo da cuocerlo quel tanto che basta, senza pregiudicare la sua morbidezza.

Come elemento croccante, le nocciole tostate, riotte grossolanamente in pezzi e aggiunte solo al momento dell’impiattamento, in modo da renderle visibili e non compromettere la loro croccantezza.

Il riso - ho utilizzato quello di varietà Carnaroli -  l'ho tostato a secco, senza quindi utilizzare grassi, e portato a cottura utilizzando l’acqua di cottura del cavolo rapa, che ho preferito al classico brodo in modo da avere una sorta di continuità di sapori.

1 novembre 2016

Gamberi rosa marinati in succo di uva fragola e menta



Ricordate che il pesce crudo, prima di essere preparato e servito, deve essere abbattuto o congelato (il tempo di abbattimento dipende dalla temperatura e va dalle 9 ore a -40° fino alle 96 a -15°) in modo da eliminare il rischio di contaminazioni da parte di batteri e parassiti, tra i quali il più pericoloso è sicuramente l'Anisakis. Per quanto riguarda gli esercizi commerciali, punti vendita e ristoranti, esiste l'obbligo di informazione al consumatore, come stabilito dal Ministero della Salute.

Ammeto di non amare particolarmente il gambero rosa, sia per il sapore meno deciso rispetto ad altre varietà (il gambero rosso su tutte), ma anche per le sue ridotte dimensioni, che rendono particolarmente noiosa la loro pulizia. Per contro, sono decisamente più economici e si trovano con facilità.

Visto che quelli che ho preso io erano stati pescati non più di qualche ora prima - il bello di soggiornare in estate in quel di Anzio - non ho minimamente pensato di cuocerli, cosa che peraltro con i gamberi non faccio praticamente mai, e usarli quindi a crudo, cosa che ritengo consenta di apprezzarne al meglio il sapore.

Visto poi che, sulla breve strada del ritorno a casa, mi è caduto l’occhio su un bel grappolo di uva fragola bianca, mi è venuta l’idea di usarne il succo per una marinatura - mettete in conto circa sei ore - aggiungendo a esso anche qualche fogliolina di menta fresca, in modo da dare ai gamberi un retrogusto particolare, come tale è quello dell’uva fragola.

Condimento minimale, vista la presenza della marinatura, con giusto poco olio extravergine di oliva e qualche fiocco di sale nero, che oltre a dare sapidità aggiungono anche croccantezza e colore.