Ancora il filetto e ancora a crudo, lavorando per piccole
variazioni rispetto a piatti preparati di recente, mettendo sempre al centro la
carne e accompagnandola, di volta in volta, con qualcosa di diverso.
La carne, al solito e vista la sua qualità, l’ho condita
solo con olio extravergine di oliva, fior di sale, che con la sua grana media
aggiunge anche un minimo di croccantezza, e un poco di pepe
di Sichuan, dal sapore meno deciso rispetto al pepe tradizionale.
Ad accompagnare la carne, una crema di carciofi
romaneschi, preparata utilizzando solo i loro gambi, saporitissimi, dato che i fiori avevo già deciso di farli fritti -
in ogni caso, consiglio comunque l’uso dei soli gambi - lavorata con olio
extravergine, mentuccia, che nei carciofi non deve mai mancare, sale e pepe.
Come ultimo elemento, croccante, una cialda di pecorino
romano, questa volta preparata in forno, invece che in padella come fatto
spesso in passato, guadagnandoci in semplicità.
Infine, come potete vedere dalla foto, ho servito il
tutto come Finger Food, cosa che voi
potete fare o meno, a seconda delle vostre preferenze.
Ingredienti (per 4 persone)
Per la tartare
- Un etto e mezzo di filetto di vitellone
- Due cucchiai di olio extravergine di oliva
- Fior di sale
- Pepe di Sichuan
Per la crema di carciofi romaneschi
- Quattro gambi di carciofo romanesco
- Un bicchiere d’acqua
- Una ventina di foglioline di mentuccia fresca
- Uno spicchio d’aglio
- Due cucchiai di olio extravergine di oliva
- Sale marino
- Pepe nero
Per le cialde di pecorino romano
- Quaranta grammi di pecorino romano grattugiato
Breve premessa sulla carne, che dovrete tagliare solo al
momento di usarla, facendovela quindi lasciare intera dal vostro macellaio,
resistendo alla tentazione di farvela macinare, cosa che lui, quando avrà
saputo che ci volete fare una tartare,
probabilmente vi proporrà, ignorando il fatto che una tartare fatta con la carne battuta al coltello è tutta un'altra
cosa.
Per prima cosa preparate la crema di carciofi, prendendo
i gambi, in tutta la loro lunghezza, eliminando solamente la parte finale,
generalmente troppo dura, e poi lo strato superficiale, anch’esso piuttosto
coriaceo.
Tagliate i gambi in pezzi più piccoli, poi metteteli in
una piccola casseruola, aggiungendo l’olio extravergine, il bicchiere d’acqua,
lo spicchio d’aglio, sbucciato e leggermente schiacciato, un poco di sale e una
macinata di pepe nero.
Portate la casseruola sul fuoco, a fiamma minima e con il
coperchio, facendo cuocere fino a quando i gambi non saranno morbidi, cosa che
dovrebbe richiedere all’incirca una ventina di minuti.
Durante la cottura controllate ogni tanto che ci sia
sempre un buon fondo di cottura, che vi servirà per dare la giusta densità alla
crema.
Quando i gambi sono pronti, spegnete la fiamma e fateli
freddare, senza coperchio, quindi trasferitili nel bicchiere del frullatore,
tradizionale o a immersione
- volendo potete anche lavorare direttamente nella casseruola - unite le
foglioline di mentuccia, poi fate andare alla massima velocità, lavorando con
cura in modo da eliminare qualsiasi residuo solido e regolando infine di sale.
Se avete lavorato bene, nonostante la fibrosità dei
gambi, non dovrebbe essere necessario setacciare la crema, ma voi naturalmente
valutate e, nel caso, fatelo usando un colino a maglie fini o un setaccio.
La crema, che andrà servita a temperatura ambiente, alla
fine dovrà risultare non troppo fluida, in modo che in parte possa sostenere il
peso della carne, quando impiatterete.
Ora la cialda di pecorino romano, che come vi dicevo io
ho fatto in forno, procedimento decisamente più rapido di quello che prevede
l’uso di una padella e del fuoco.
Prendete allora una piccola teglia e metteteci un pezzo
di carta da forno tagliato a misura, sul quale disporrete poi il pecorino
grattugiato, facendo uno strato di almeno tre millimetri di spessore,
necessario per compensare il rilascio della componente grassa del pecorino,
maggiore di quella del parmigiano, senza che si formino buchi eccessivi.
Riscaldate il forno a 180°, quini infornate la teglia e
lasciatela per circa dieci minuti, controllando comunque con certa regolarità,
per evitare che il formaggio possa bruciarsi.
La cialda è pronta quando i bordi del formaggio avranno
assunto una colorazione bruna un po’ scura, mentre la parte centrale dovrà
rimanere decisamente meno colorita, di un color ocra chiaro.
Quando la cialda è pronta, toglietela dal forno e fatela
freddare, cosa necessaria a farle recuperare croccantezza, quindi spezzatela in
piccoli pezzi irregolari, come la foto dovrebbe illustrare.
Per ultimo il filetto, dal quale eliminerete con
particolare cura tutti i residui di grasso, tagliandolo in piccoli pezzi, che poi
ridurrete poi di dimensione usando un coltello
a lama grande e ben affilata, con il quale taglierete e batterete la carne, fino ad una
consistenza piuttosto fine, quasi cremosa.
Unite alla carne, sempre lasciandola sul tagliere, due
cucchiai di olio extravergine, un pizzico di fio di sale e una generosa
macinata di pepe di Sichuan, continuando a battere il tutto per circa un
minuto, quindi assaggiate per valutare il corretto equilibrio di sapori,
correggendo laddove fosse necessario.
Formate le singole paline,
prendendo circa un cucchiaino di carne alla volta e dandole poi una forma
sferica, facendo ruotare la carne tra i palmi delle mani.
Bene, non resta che impiattare - do per scontato che
anche voi abbiate scelto di servire il piatto come Finger Food - cosa che farete mettendo per prima cosa un cucchiaio
scarso di crema carciofi romaneschi sul fondo di ciascun piattino o contenitore
che avete scelto, poggiandoci poi sopra le palline di carne e, per ultimo, poggiando
su queste uno dei pezzi che avete ricavato dalla cialda di pecorino
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