Questa ricetta ha vinto il primo premio nel Contest "Mai dire mai", organizzato dal Consorzio del Pecorino Toscano DOP e da AIFB.
Chi si sarà preso la briga di leggere il regolamento del
concorso saprà che questo prevedeva una estrazione a sorte per decidere
l'abbinamento del pecorino toscano DOP con uno dei dodici ingredienti previsti
dal concorso e, come forse il titolo della ricetta suggerirà, a me sono i
capitati i gamberi, un abbinamento non proprio facilissimo, considerando che
formaggio e crostacei non è che vadano proprio d'accordissimo.
Ora, che io ami i formaggi è cosa nota e che, in
particolare, ami quelli di pecora è cosa ancor più nota, ma devo ammettere che
la sorte mi ha creato momenti di forte indecisione, pensando per lunghi momenti
a come avrei potuto valorizzare il pecorino e, al contempo, renderlo armonico
con i crostacei.
La difficoltà è stata poi resa ancora maggiore dal fatto che, nell'immaginario collettivo, e direi anche nella tradizione, il formaggio è visto spesso come un qualcosa da mangiarsi in purezza, una sorta di cibo povero, relegato, nella mia infanzia, al ruolo di intermezzo tra un pasto e l'altro. Come non ricordare le merende a base di pane e formaggio, indimenticabili per me e che porto nel mio vissuto come un punto fermo, come il momento in cui, riposandosi dalla spensieratezza adolescenziale, diventavano parte integrante della condivisione con gli amici, fatta di racconti e avidi morsi a quei panini che, nella loro semplicità, rispecchiavano appieno il clima di quegli anni.
Comunque, mettendo da parte le implicazioni emotive che
si celano dietro al formaggio, e tornando a bomba al tema del concorso, devo
dire che, come sempre accade, ho fatto
più di un tentativo, provando di volta in volta le idee che prendevano corpo
nella mia mente (i filosofi dualisti spero apprezzino il gioco di parole) e
che, non faccio fatica ad ammetterlo, a volte si sono rivelate poco felici.
Ogni tentativo, naturalmente, aveva un elemento
invariante e, nello specifico, la centralità del pecorino rispetto agli altri
elementi presenti, che lo dovevano completare senza oscurarne il ruolo da primo
attore. Nel mio caso questo non era scontato, dato che i gamberi sono di per sé
un ingrediente nobile, che
normalmente ambisce ad essere lui in primo piano, relegando a comprimari tutti
gli altri.
Alla fine, non senza fatica, ho deciso per la ricetta che
vedete, dove il pecorino toscano DOP assume le consistenze di un gelato,
arricchito con lo zenzero candito piccante - che dovrete un giorno prima, in
modo da dargli tempo di asciugarsi - e i fiocchi di sale nero,
in modo da avere i giusti contrasti, nei sapori e nelle consistenze.
Ad accompagnare il gelato, e a rispettare l'abbinamento
proposto dal concorso, un croccante di gamberi rosa, preparato rendendo liquidi i gamberi con l'ausilio di un
poco di brodo fatto con i loro carapaci e poi facendo essiccare il tutto in forno, fino appunto ad ottenere una sorta di
cialda croccante.
Poi un freddo di
cipolla in agrodolce, fatto con le ultime cipolle di Tropea della stagione,
e servito anch'esso ben freddo in modo da avere una uniformità di temperatura
con il gelato, del quale la cipolla ne costituisce la base.
Infine la spugna
al basilico e pere, per la quale vi servirà necessariamente un sifone
- le dosi che vi darò sono per un sifone da mezzo litro - che nelle consistenze
ricorda il pane - alzi la mano chi non mangia il pane con il formaggio - e
porta nei suoi sapori, specialmente con quello della pera, un chiaro
richiamo ad uno degli abbinamenti più rinomati.
Come avrete intuito, la preparazione non è né semplice né
rapida, ma d'altra parte un formaggio di classe come il pecorino toscano DOP e
l'essere la ricetta preparata per un concorso così sfidante, mi hanno imposto
di impegnarmi più di quanto faccia normalmente.
Concludo dicendovi che, al di là della scaletta che vi darò, potrete preparare
le varie componenti del piatto in parallelo, dato che praticamente tutte
prevedono tempi morti non proprio brevissimi, durante i quali potrete
ovviamente dedicarvi ad altro.
Ingredienti (per 4 persone)
Per il gelato di pecorino toscano DOP
- Un etto e mezzo di panna fresca
- Un etto di pecorino toscano DOP fresco
- Mezz'etto di pecorino toscano DOP stagionato
- Un albume
- Due rametti di maggiorana
- Fiocchi di sale nero
- Pepe bianco
Per il croccante di gamberi rosa
- Tre etti di gamberi rosa
- Sale e pepe bianco
Per lo zenzero candito
- Due etti di zenzero fresco
- Zucchero semolato (vedi dopo)
- Un pezzetto di peperoncino (vedi dopo)
- Acqua
Per il freddo di cipolla
- Una cipolla rossa piuttosto grossa (se è stagione, di Tropea)
- Un litro d'acqua
- Un etto di zucchero di canna
- Ottanta grammi di aceto di mele o di vino bianco
- Sale grosso
Per la spugna di pere e basilico
- Due uova intere
- Un tuorlo
- Ottanta grammi di farina "00"
- Venti foglie di basilico
- Un etto di polpa di pera, molto matura e morbida
- Semi di coriandolo
- Sale
Come già detto nell'introduzione, partite sicuramente con
lo zenzero candito, che dovrete preparare almeno il giorno prima in modo da
dargli tempo per asciugarsi.
Per prima cosa, usando un pela verdure, togliete la
buccia allo zenzero, lavatelo e poi ricavatene dei cubetti piuttosto piccoli,
di circa mezzo centimetro di lato.
Mettete lo zenzero in una pentola, poi aggiungete un
litro di acqua fredda e portatelo sul fuoco, a fiamma bassa e con il coperchio,
facendo cuocere, dal momento dell'ebollizione, per circa quaranta minuti e,
comunque, fino a quando lo zenzero non si sarà ammorbidito, mantenendo comunque
una certa croccantezza.
Quando lo zenzero è pronto, scolatelo, pesatelo e pesate
la stessa quantità di zucchero semolato.
Mettete nuovamente lo zenzero nella pentola, unite lo
zucchero e versate una quantità di acqua necessaria a ricoprire a filo lo
zenzero, poi aggiungete un pezzo di peperoncino - io ho usato una quantità minima di Habanero Red -
ricordando che il piccante dovrà
percepirsi quasi come una sorta di retrogusto
finale dello zenzero, un po' come avviene ad esempio per il cioccolato al
peperoncino, e non come elemento preponderante.
Portare nuovamente sul fuoco, sempre a fiamma bassa ma
questa volta senza coperchio, facendo cuocere fino a quando il fondo non sarà
quasi del tutto evaporato e molto denso, cominciando a fare le classiche
bollicine che indicano la quasi completa evaporazione dell'acqua.
Spegnente la fiamma e trasferite i cubetti di zenzero su
un foglio di carta da forno - cercate di prendere solo i cubetti, facendoli
scolare e lasciando lo sciroppo nella pentola - dove li farete asciugare per
almeno sei ore.
Quando i cubetti saranno asciutti, con solo una
leggerissima collosità residua,
passateli nello zucchero semolato, in modo che questo vi possa aderire come una
sorta di panatura.
Mettete lo zenzero da parte - l'ideale è un barattolo
dove, al posto del tappo, ci mettete un foglio di garza in modo che l'aria
possa circolare - e dedicatevi al gelato al pecorino toscano DOP.
Grattugiate il formaggio, sia quello fresco che quello
stagionato, usando una grattugia che vi consenta di ricavarne delle sottili
lamelle, come ad esempio questa della Microplane (la classica grattugia da parmigiano non va bene data la
consistenza del formaggio). Se non doveste avere la grattugia, potete tagliare
il formaggio in pezzi molto piccoli - quasi tritarlo, per capirci - mettendolo
sul tagliere e usando un coltello con la lama piuttosto grande e ben affilata.
Se avete tempo a sufficienza, prendete un barattolo di
quelli con la chiusura ermetica e metteteci la panna fresca, il formaggio
appena tagliato, i rametti di maggiorana e una leggera macinata di pepe bianco,
poi chiudete il barattolo e mettetelo in frigorifero per una notte intera, in
modo che tutti gli ingredienti comincino ad armonizzarsi.
Le mattina dopo, o semplicemente se non avete avuto tempo
per il riposo, versate il composto di panna, pecorino toscano e maggiorana in
un pentolino, meglio se anti-aderente, e portatelo sul fuoco, a fiamma
bassissima.
Fate raggiungere un bollore appena accennato, girando di
tanto in tanto in modo da agevolare lo scioglimento del formaggio, e
proseguendo con il bollore leggero per non più di due o tre minuti, quindi
spegnete e fate freddare, al solito girando di tanto in tanto, in modo da
rompere la pellicola superficiale che tenderà a formarsi.
Tanto che il composto si fredda, montate a neve l'albume,
aggiungendo giusto un pizzico di sale e ottenendo una consistenza ferma ma non
troppo, direi più una crema ben soda piuttosto che un composto quasi solido,
che non coli se preso con un cucchiaio.
Quando il formaggio si sarà raffreddato, unite l'albume
montato a neve, lavorando con il classico movimento dall'alto in basso, come si
fa per le torte, in modo da ridurre il rischio di far smontare l'albume.
Versate il composto in un contenitore che possa andare in
freezer e tale da consentirvi di avere uno strato di composto alto almeno tre o
quattro centimetri, in modo che sia possibile poi ricavarne la classiche palline.
Mettete il contenitore in freezer, dove dovrà rimanere
per circa un'ora e, nel frattempo, dedicatevi al freddo di cipolla, pulendo
quest'ultima eliminandone lo strato più esterno e le due estremità.
Prendete poi un pentolino dove la cipolla possa stare
senza troppo spreco di spazio, unite l'acqua, l'aceto e lo zucchero e portatelo
sul fuoco, a fiamma bassa.
Quando l'acqua è a bollore leggero e lo zucchero
completamente sciolto, unite la cipolla, che lascerete intera, coprite con il
coperchio e fate cuocere delicatamente fino a quando la cipolla non sarà
morbida, cosa che dovrebbe richiedere circa un'ora.
Piccola nota, la cipolla dovrebbe rimanere immersa il più
possibile nell'acqua - la cipolla tenderà comunque a galleggiare - per cui, nel
caso usaste una casseruola più larga, aumentate la quantità d'acqua, e quelle
corrispondenti di aceto e zucchero, in modo da avere un livello sufficiente
all'immersione parziale.
Quando la
cipolla sarà pronta, spegnete la fiamma, scolate la cipolla e mettetela in un
colino, in modo che l'acqua interna possa colar via, quindi pesatela e
mettetela nel bicchiere del frullatore.
Aggiungete una
quantità del liquido di cottura della cipolla pari alla metà del peso della
cipolla, poi fate andare il frullatore alla massima velocità, fino ad ottenere
un composto ben fluido e per quanto possibile, senza traccia di residui solidi.
Versate la
cipolla frullata in una ciotola di vetro o in una tazza e mettetela nel
freezer, controllando ogni tanto e mescolando per evitare che si solidifichi
troppo, trasformandosi in un blocco di ghiaccio, ricordando che il freddo di
cipolla dovrà alla fine avere una consistenza simile a quella dei sorbetti che
vi servono a fine pasto nei ristoranti e non essere, al contrario, duro come un
ghiacciolo.
Ritornate al gelato e, trascorsa la sua prima ora nel
freezer, tiratelo fuori e aggiungeteci i fiocchi di sale nero e i cubetti di
zenzero candito, regolandovi nelle quantità secondo il vostro gusto e la
valutazione dell'equilibrio complessivo, ricordando che sale e zenzero sono
degli elementi aggiuntivi, che si devono sentire ma non devono oscurare il
pecorino toscano, che è e rimane l'ingrediente principale.
Mescolate delicatamente in modo da distribuire in modo
omogeneo i fiocchi di sale e lo zenzero, poi rimettete nuovamente in freezer
fino al momento di consumare.
Tenete presente che, non avendo utilizzato nessun tipo di
additivo, come ad esempio la classica farina di semi di carrube, il gelato
tenderà ad indurirsi assai, tanto da renderlo non spatolabile quando tirato fuori dal freezer, motivo per cui
ricordate di fare questa operazione almeno mezz'ora prima di usarlo, in modo
che il gelato recuperi la sua cremosità.
Ora è il turno del croccante di gamberi rosa, partendo
dalla pulizia di questi ultimi, rimuovendo la testa, il guscio, la coda e il
filamento intestinale, provando ad estrarlo delicatamente o, se si dovesse
rompere, facendo una piccola incisione sul dorso dei gamberi e togliendolo
usando la punta di un coltellino.
Raccogliete le teste in un pentolino e copritele con
circa mezzo litro di acqua fredda, aggiungendo qualche grano di sale grosso e
portando sul fuoco, senza coperchio e a fiamma media, facendo cuocere per circa
mezz'ora da quando l'acqua raggiunge il bollore.
Quando il brodo è pronto, spegnete e fatelo freddare, poi
mettete i gamberi nel bicchiere del frullatore, tradizionale o a immersione,
insieme ad un mestolo del brodo fatto con le teste e fate andare alla massima
velocità, lavorando con cura fino ad ottenere un composto molto fluido, quasi
liquido, e senza residui.
Prendete una teglia e metteteci sul fondo un pezzo di
carta da forno, versandoci poi i gamberi appena frullati, distribuendo il
composto in modo omogeneo, dando qualche colpetto sul fondo della teglia, fino
ad ottenere uno strato di spessore costante di circa un paio di millimetri o
poco meno.
Infornate a 80°, facendo essiccare il composto per circa un paio d'ore e comunque fino a
quando non avrete ottenuto una cialda ben croccante, il cui spessore, per
effetto dell'evaporazione dell'acqua, sarà diventato più sottile.
Non abbiate fretta e non alzate la temperatura, dato che
la cialda si crea per essiccazione e non per cottura e 80° è la giusta
temperatura per far evaporare l'acqua in modo non traumatico.
Tirate fuori dal forno e fate freddare in un luogo
asciutto, per evitare che la cialda perda la sua croccantezza, quindi
separatela con delicatezza dal foglio di carta da forno alla quale, vedrete, si
sarà attaccata e ricavatene dei pezzi più piccoli, cosa che potrete fare usando
semplicemente le mani.
Personalmente ho scelto dei ricavare qualche cialda più
grande, da usare come le classiche cialde da gelato, e pezzi più piccoli, da
distribuire sui piatti in modo più disordinato.
Forza che ci siamo quasi, rimanendo da preparare solo la spugna al basilico e pere.
Prendete una ciotola, metteteci le uova intere e il
tuorlo e, usando una frusta, sbattetele per bene fino ad ottenere un composto ben
fluido, al quale poi aggiungerete in modo graduale la farina, che avrete prima
setacciato usando un colino a maglie fitte.
Lavorate ancora l'impasto, poi travasatelo nel bicchiere
del frullatore, ancora una volta quello tradizionale o a immersione,
aggiungendo le foglie di basilico, la polpa della pera tagliata grossolanamente
in pezzi, un pizzico di sale e una macinata di semi di coriandolo.
Fate andare il frullatore alla massima velocità,
lavorando con cura fino ad ottenere un composto molto fluido e senza residui,
che visto il successivo uso nel sifone
diventa una condizione essenziale, motivo per cui dovrete poi assolutamente
filtrare il composto, sempre usando il solito colino e che sia a maglie
realmente fitte, mi raccomando, prima di metterlo nel sifone.
Mettete il composto nel sifone,
chiudetelo, agitatelo per una decina di secondi, poi aggiungete due cariche di
gas tenendo il sifone con il tappo rivolto verso il basso, così che il gas,
entrando nel sifone, attraverserà
tutto il composto, facilitando l'incorporamento dell'aria.
Fate riposare il sifone
in frigorifero per almeno una mezz'ora, poi tiratelo fuori, agitate nuovamente
per un'altra decina di secondi, montate il beccuccio più largo che avete e sifonate il composto in due bicchieri di
vetro, di forma regolare, arrivando fino a circa i due terzi della loro
altezza.
Mettete i bicchieri nel microonde e cuocete alla massima
potenza per un minuto o, se cuocete separatamente i due bicchieri, per quaranta
secondi. Con questo tipo di cottura, che agisce in modo rapido e dall'interno,
l'aria presente nel composto lo fa crescere e alveolare, dandovi appunta una spugna,
dalle morbide consistenze e dal sapore delicato. Tenete presente che la spugna
mantiene le sua morbidezza per non più di quindici minuti, motivo per cui
preparatela all'ultimo momento.
Quando la spugna è pronta, estraetela dai bicchieri - in
genere è sufficiente capovolgerli e dare qualche colpetto sul fondo -
raccogliendola su un piatto.
La foto che segue vi da un'idea del risultato che
otterrete.
Bene abbiamo tutto e non resta che impiattare, assumendo
che tutti gli ingredienti siano alla loro giusta temperatura di servizio e che
anche i piatti lo siano, vista la presenza di componenti fredde, che tendono a
sciogliersi se messe su piatti caldi.
Per prima cosa mettete sul fondo dei piatti un cucchiaio
scarso di freddo di cipolla per ogni pallina di gelato che avete deciso di
servire, palline che disporrete con delicatezza sopra alla cipolla, in modo che
questa, a causa del peso del gelato, si allarghi leggermente assumendo una
forma circolare.
Prendete poi il croccante di gamberi e mettete i pezzi
più grandi direttamente sulle palline di gelato, mentre la granella la potrete far cadere a pioggia un po' su tutto il piatto.
Completate con la spugna,
ricavandone pezzi più piccoli strappandoli
direttamente con le mani e disponendoli secondo la vostra vena artistica.
Guarnite secondo ispirazione del momento, poi portate molto
velocemente in tavola.
Buon appetito.
Piatto complesso con tanti attori sul protagonista ho qualche dubbio ;-)
RispondiEliminaBravo Andrea.
Anch'io, visto che non ho mai fatto il gelato... :-)
EliminaSulla complessità non ho ancora ben chiaro se sia un punto di forza o di debolezza. Avevo le idee poco chiare è parte del piatto è nato in corso d'opera.
Boh...staremo a vedere :-)
Direi che... Abbiamo Visto !!! COMPLIMENTISSIMI !
EliminaDavvero complimenti Andrea! Ho letto ora della tua vittoria =)
RispondiEliminaGrazie Silvia :-)
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