Continuano gli esperimenti con il rivoluzionario sistema
di Tecla, denominato Alladin e del quale ho parlato in questo post.
Il piatto in sé non è gran cosa, visto che si tratta di
un'arista di maiale, ma vedetelo come un affinamento, un prendere confidenza
con un sistema dalla grandi potenzialità, che come tutte le novità richiede
apprendimento e lavoro.
L'arista di maiale, quindi, marinata nel vino rosso e nel
miele - ho usato un classico mille fiori, preferendolo a quello di castagno,
troppo amaro considerando anche la presenza del vino - e poi cotta in forno,
insieme alle prugne secche dopo averla
ricoperta con un leggero strato di senape al pepe verde.
Ho fatto cuocere in forno, all'interno ovviamente della
teglia del sistema Alladin, fino a
raggiungere una temperatura al cuore di 65°.
Con parte del liquido della marinatura ho poi fatto una salsa di accompagnamento, che ha affiancato il fondo di cottura, anch'esso ridotto e reso più denso.
Ingredienti (per 6/8 persone)
- Un'arista di maiale di circa un chilo
- Due bottiglie di vino rosso (vedi dopo)
- Una ventina di prugne secche denocciolate
- Otto cucchiai di miele (vedi sopra)
- Due cucchiai di senape al pepe verde
- Quattro foglie di alloro
- Un cucchiaio di bacche di ginepro
- Un cucchiaio di grani di pepe nero
- Due cucchiaini di amido di mais (o di farina)
- Olio extravergine di oliva
- Sale e pepe
Partite con la marinatura della carne, mettendo per prima
cosa il vino rosso e il miele nella teglia Alladin
e mescolando delicatamente il modo che il miele possa sciogliersi e diluirsi nel
vino.
Io ho usato due bottiglie di vino rosso, in modo che la
carne ne fosse quasi completamente coperta, cosa che mi ha consentito di
evitare di girare la carne durante la marinatura. Voi naturalmente potete usare
una sola bottiglie, girando la carne a metà del tempo necessario in modo che il
liquido la bagni in modo uniforme.
Per quanto riguarda il vino, considerando che dopo la
marinatura ne userete solo una parte per la salsa, sceglietene uno buono, ma
senza dovervi dissanguare economicamente e orientandovi, visto il tipo di
carne, su un rosso di medio corpo, come ad esempio un Santa Maddalena dell'Alto
Adige.
Unite vino e al miele l'alloro, i grani di pepe e le
bacche di ginepro, che prima avrete diviso a metà usando un coltello, in modo
che possano sprigionare la meglio il loro intenso profumo e, per ultimo,
mettete l'arista nella marinatura.
Coprite la teglia con il coperchio e procedete con
l'aspirazione, facendo il vuoto e mettendo poi la teglia in frigorifero.
Se, come già detto, la marinatura non copre completamente
l'arista, allora fate marinare per un'ora, poi ristabilite la pressione usando
l'apposita valvolina, togliete il coperchio, girate l'arista, rifate nuovamente
il vuoto e fate marinare per un'ulteriore ora, in modo che tutta l'arista possa
beneficiare della marinatura.
Trascorso il tempo della marinatura, togliete l'arista
dal liquido e asciugatela per bene usando qualche foglio di carta da cucina,
mettendola poi sul tagliere.
Prendete tre mestoli del liquido di marinatura, incluse
le erbe, il pepe e il ginepro, e mettetelo in un pentolino, mentre il rimanente
liquido potrete tranquillamente buttarlo, lavando e asciugando poi la teglia.
Con la senape al pepe verde, meglio se usando un pennello in silicone, spennellate
accuratamente l'arista, in modo che la senape formi uno strato omogeneo ma non
troppo spesso, poi salate e pepate l'arista su tutta la sua superficie e
mettetela nella teglia, sul fondo della quale avrete messo giusto un paio di
cucchiai d'olio extravergine.
Aggiungete le prugne secche, disponendole tutte intorno
alla carne, poi chiudete nuovamente con il coperchio, posizionate la sonda
termica, che in questo caso dovrà penetrare l'arista, andando fino al suo cuore - inserendo la sonda vi dovreste
accorgere di quando questa comincerà a penetrare la carne e, a quel punto,
sapendo l'altezza del pezzo di arista, continuate ad inserirla per una
profondità pari alla meta di tale altezza - facendo poi il sottovuoto
utilizzando la pompa di aspirazione.
Portate la temperatura del forno a 100° e infornate, avviando
la cottura che, data la bassa temperatura usata, richiederà circa due ore, se
non di più, per darvi la giusta temperatura al cuore.
Tanto che la carne è in forno, procedete con la riduzione
della marinatura, portando sul fuoco il pentolino nel quale l'avete messa, a
fiamma bassa e senza coperchio, facendo raggiungere un bollore leggero, che
farete proseguire fino a quando il liquido non si sarà ridotto a circa 1/3 del
suo volume iniziale.
Assaggiate e valutate se sia o meno il caso di aggiungere
altro miele, lasciandovi guidare dal livello di dolcezza che volete ottenere e regolate anche di sale.
Aggiungete infine un cucchiaino raso di amido di mais,
facendolo passare attraverso un colino a maglie fitte, mescolando rapidamente con una piccola frusta in modo da incorporare l'amido al liquido e continuando con il
bollore leggero fino a quando il liquido non comincerà ad addensarsi.
Cercate di raggiungere una densità non troppo elevata,
dato che dovete ottenere una salsa e non una sorta di glassa da decorazione e,
quando siete soddisfatti, filtrate il liquido usando una chinoise o il solito colino, raccogliendolo in una piccola ciotola.
Tornate all'arista e, a quando la temperatura al suo cuore
sarà arrivata a 63°, togliete la teglia dal forno, aspettando giusto il tempo necessario
affinché questa raggiunga i 65° (l'inerzia termica farà aumentare la
temperatura anche fuori dal forno, motivo per cui se la toglieste esattamente
ai 65° correreste il rischio che tale temperatura continui ad aumentare,
andando oltre quelle desiderata).
Quando la temperatura al cuore è quella desiderata,
alzate la valvolina ristabilendo la pressione - è comunque possibile che a fine
cottura la teglia abbia perso il vuoto a causa della parziale evaporazione dei
liquidi rilasciati dalla carne - quindi
togliete il coperchio e mettete la carne sul tagliere, dove la farete risposare
per almeno cinque minuti prima di tagliarla, cosa che farete solo al momento di
impiattare.
Tanto che la carne riposa, prendete il fondo di cottura -
non sarà molto, date le caratteristiche del sistema di cottura - filtratelo
usando il solito colino, mettetelo in un pentolino e portatelo sul fuoco, fino a raggiungere
un'ebollizione leggera.
Analogamente a
quanto fatto con la marinatura, aggiungete mezzo
cucchiaino raso di amido di mais, setacciandolo e mescolando poi rapidamente
con la solita piccola frusta, fino a far addensare il fondo.
Bene, ci siamo e, quando siete pronti per servire, tagliate
la carne e disponetela sui piatti, mettendo accanto ad essa qualche prugna
secca e bagnando la carne con il fondo appena ridotto.
Per ultimo la salsa ottenuta dalla marinatura, che disporrete
anche come elemento di guarnizione - la cosa migliore sarebbe quella di usare un biberon da cucina - senza esagerare nella quantità, dato che il suo sapore è
ben deciso.
Interessante!!! Sto iniziando a raccogliere ricette per il pranzo di Natale che per tradizione spetta preparare a mio suocero e che ora vista l'età avanzata, ha delegato a me....pranzo per 20/25 persone! Mi chiedevo se è indispensabile usare questo sistema di Tecla o se si può realizzare la ricetta in modo classico con una marinatura normale. Grazie Cheff, per le tante idee stimolanti che sempre proponi!
RispondiEliminaCiao Cate, la marinatura la puoi sicuramente fare in modo tradizionale, ma in questo caso considerano almeno 12 ore complessive (il sottovuoto velocizza notevolmente gli effetti della marinatura). Per la cottura la puoi fare tranquillamente in forno, impostando la temperatura sugli 80°, ma anche in questo caso metti in conto circa 4 ore di cottura (quasi necessario usare una sonda per monitorare la temperatura al cuore).
EliminaA presto.
Grazie Chef!!! Si di sonde ne ho vari tipi, le uso per grandi lievitati: dopo il successone di pasqua con le colombe con pasta madre, quest'anno mi cimento con panettone e pandoro ;-) Grazie ancora per la sempre carineria e gentilezza!
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