Questa ricetta ha vinto il
contest “Palamita
ad arte”, organizzato da “Un mare di gusto” e
da “Poverimabelliebuoni”
Ricordatevi
che il pesce crudo, prima di essere preparato e servito, deve essere abbattuto
o congelato (il tempo di abbattimento dipende dalla temperatura e va dalle 9
ore a -40° fino alle 96 a -15°) in modo da eliminare il rischio di
contaminazioni da parte di batteri e parassiti, tra i quali il più pericoloso è
sicuramente l'Anisakis.
Per quanto riguarda gli esercizi commerciali, punti vendita e ristoranti,
esiste l'obbligo di informazione al consumatore, come stabilito dal Ministero della Salute.
Devo
dire che questo concorso mi ha particolarmente appassionato, soprattutto perché
sono un sostenitore del palamita,
un pesce della famiglia delle sarde e cugino del tonno, dalle carni
particolarmente saporite, che ben sostituiscono l'oramai inflazionato filetto
di tonno, spesso peraltro di provenienza tutt'altro che nostrana.
Dicevo
del concorso, per il quale ho proposto un buon numero di ricette, probabilmente
troppe, ma che mi hanno consentito di migliorare la mia conoscenza con questo
tipo di pesce, cosa che di per se è già un valore.
A
questo giro, allora, un risotto 'burro e
alici', in ricordo di una delle tipiche merende della mia infanzia e
adolescenza, quel 'panino buro e alici'
(si, 'buro', con una 'r' sola, come
si dice a Roma) perfetto nella sua essenzialità e semplicità.
Ad
impreziosire il risotto, e in tema con il concorso, un 'quasi crudo' di palamita, che altro non è che una tartare profumata con la scorza del
limone, poggiata sul risotto ben caldo, in modo che cominci parzialmente a cuocersi nel mentre il piatto viene
servito agli ospiti.
Per
quanto riguarda il risotto, vi dico che ho effettuato la sua tostatura 'a secco', senza quindi utilizzare
grassi, sfumando poi con del vino precedentemente de-alcolizzato (la
temperatura del riso in tostatura in genere non è tale da consentire la
completa evaporazione della componente alcolica) e portando a cottura con un
brodo vegetale leggerissimo, che ho preferito a quello di pesce proprio per
lasciare solo alle alici il compito di portare profumi e sapori marini.
Il
'burro e alici' l'ho poi realizzato
riducendo le alici quasi in crema e unendole al burro, tenendo poi il tutto in
frigorifero fino al momento della mantecatura finale, fatta a fuoco spento, in
modo che la bassa temperatura del burro favorisse l'azione della componente
grassa e, al tempo stesso, non ne rovinasse le proprietà organolettiche.
A
completare il piatto, un olio all'erba cedrina, ottenuto frullando l'erba con
l'olio e poi filtrando il tutto, e un crumble
di pane alle erbe - ho utilizzato prezzemolo, maggiorana, timo al limone e timo
- aggiunto solo al momento di servire e che porta profumi e croccantezza.
Concludo
dicendovi che la quantità di olio all'erba cedrina che vi indicherò sarà
sicuramente in eccesso rispetto a quella che poi effettivamente utilizzerete -
giusto un paio di cucchiaini per ciascuna porzione - cosa però necessaria per
poter far lavorare al meglio il frullatore, che in caso di quantità
eccessivamente ridotte non riuscirebbe a far bene il proprio lavoro.
Ingredienti
(per 4 persone)
Per
il risotto
- Tre etti di riso carnaroli
- Tre litri di brodo vegetale leggero (carota, sedano e cipolla)
- Mezzo bicchiere scarso di vino bianco
- Sale marino
Per
il 'burro e alici'
- Quaranta grammi di burro
- Due alici sotto sale
Per
il palamita
- Centoventi grammi di polpa di palamita
- Un cucchiaino di raso di scorza di limone grattugiata
- Un cucchiaio di olio extravergine d'oliva
- Semi di coriandolo
- Sale marino
Per
l'olio all'erba cedrina
- Una quarantina di foglie di erba cedrina
- Mezzo bicchiere di olio extravergine d'oliva
- Qualche grano di sale grosso
Per
il crumble di pane alle erbe
- Due fette di pane casareccio
- Due rametti di maggiorana fresca
- Due rametti di timo
- Due rametti di timo al limone
- Due ciuffi di prezzemolo
- Due cucchiai di olio extravergine di oliva
- Pepe nero
Preparate
innanzitutto il brodo vegetale piuttosto leggero, usando solo carota, cipolla e
sedano, e aggiungendo una quantità di acqua fredda che vi consenta di ottenere
alla fine i tre litri indicati, tenendo conto della parziale evaporazione
durante la cottura (direi di considerare un mezzo litro di acqua in più).
Salate
il brodo verso la fine della cottura e, quando sarà pronto, filtratelo e
tenetelo da parte, in una casseruola, ricordando che poi lo dovrete tenere a
bollore leggero quando lo userete per la cottura del riso.
Mentre
il brodo è in cottura, preparate anche l'olio all'erba cedrina, prendendo di
questa solo le foglie - mi raccomando, non lavatele o, se proprio volete farlo,
asciugatele alla perfezione - e mettendole nel bicchiere del frullatore,
tradizionale o a immersione,
aggiungendo il mezzo bicchiere d'olio extravergine e quattro grani di sale
grosso.
Fate
andare alla massima velocità fino a ridurre il tutto in un composto il più
fluido possibile e di un bel colore verde, che poi filtrerete usando un colino a maglie fitte, in modo da trattenere i residui delle foglie di erba
cedrina che sicuramente il frullatore non sarà stato in grado di eliminare.
Volendo
essere ancora più precisi, potreste usare qualche foglio di garza al posto del
colino, cosa che, se da un lato allungherà i tempi del filtraggio, dall'altro
vi consentirà di trattenere ogni più piccolo residuo.
Mettete
l'olio da parte, in luogo fresco e al riparo dalla luce, e dedicatevi alla
preparazione del 'burro e alici',
pulendo per prima cosa le alici sotto sale, rimuovendone la lisca centrale, le
piccole lische che si trovano sui bordi dei filetti e, infine, sciacquandole
molto accuratamente sotto l'acqua corrente, in modo da eliminare ogni traccia
di sale.
Asciugate
per bene le alici - due alici vi daranno ovviamente quattro filetti - mettetele
sul tagliere e, usando coltello a lama grande e ben affilata, battetele
come se ci doveste fare una tartare,
lavorando sia con la parte affilata della lama, che con il suo lato piatto, con
il quale schiaccerete le alici,
alternando i due movimenti fino ad ottenere quasi una crema.
Prendete
il burro e fatelo ammorbidire a temperature ambiente, poi unitelo alle alici
sul tagliere e, usando i rebbi di una forchetta, lavorate il composto fino ad
amalgamare perfettamente i due ingredienti.
Date
una forma raccolta al 'burro e alici'
e mettetelo in frigorifero, in modo che possa ricompattarsi ed essere ben
freddo al momento del suo utilizzo.
Preparate
ora il crumble di pane alle erbette,
meglio scegliendone uno del giorno prima, che abbia una mollica ben compatta ed
eliminando per prima cosa la sua crosta.
Mettete la mollica nel mixer,
insieme alle foglie di tutte le erbette, facendolo poi andare alla massima
velocità, fino a quando la mollica non si sarà ridotta in piccole briciole,
assumendo al contempo un nuance verde
per effetto della presenza delle erbette.
Prendete
un padellino, meglio se anti-aderente, metteteci due cucchiai d'olio
extravergine, portatelo sul fuoco, a fiamma media, e quando l'olio è ben caldo,
unite la mollica di pane, date una generosa macinata di pepe e fatela saltare,
girandola in modo che tutte le briciole possano sentire il calore in modo
uniforme, diventando croccanti.
Per
coloro che avessero una avversione ai grassi, o semplicemente debbano ridurne
il consumo, segnalo che l'olio può essere tranquillamente omesso, senza
pregiudicare i risultato finale, con la sola differenza di una croccantezza leggermente diversa e della
perdita di quella nota particolare che solo un olio extravergine di qualità sa
dare.
Quando
il crumble è pronto, travasatelo in
un piatto sul quale avrete messo qualche foglio di carta da cucina, in modo che
l'olio in eccesso possa essere assorbito. Ovviamente, se avete deciso di non
usare l'olio, non servirà usare la carta da cucina.
Mi
raccomando, non lasciate la mollica nella padella, dato che il calore residuo
continuerebbe a cuocerla, rischiando di bruciarla.
Ora
è il momento di dedicarvi al palamita, che per prima cosa dovrete sfilettare -
la struttura del Palamita è tale da rendere tale operazione piuttosto semplice
- cosa che farete usando un coltello con la lama flessibile e ben affilata,
possibilmente specifico per lo sfilettamento.
Incidete
il pesce nella sua parte superiore, tenendo la lama a contatto con la lisca
centrale e procedere con piccoli tagli verso l’interno, fino a separare i
filetti. Per capire meglio, potete guardarvi questo video di Coquis - Ateneo Italiano della Cucina.
Mettete
ciascun filetto sul tagliere o sul piano di lavoro, individuate la lisca
centrale ed effettuate due tagli a destra e sinistra di essa, in modo da
separarla dai filetti, operazione che vi garantirà, con un paio di tagli, di eliminare
tutte le lische del pesce.
Rimuovete
la parte più scura della polpa, quella vicino alle interiora, che ha un sapore
piuttosto forte e amaro, poi sempre con i filetti sul tagliere e con la pelle
rivolta in basso, sempre usando un coltello ben affilato, separate la pelle
dalla polpa, pesando quest'ultima alla quantità indicata.
Pulite
il tagliere, metteteci la polpa appena pesata e cominciate a batterla, usando il solito coltello a lama grande e affilata, fino a ridurla ad una consistenza piuttosto fine.
Mettete
la polpa del palamita in una ciotola, bagnatela con un cucchiaio di olio
extravergine, salatela, date una leggera macinata di semi di coriandolo e
aggiungete la scorza di limone, che grattugerete usando una grattugia adatta,
come quella a lama fine della Microplane,
mescolando e assaggiando per valutare il giusto equilibrio dei sapori.
Prendete
ora un pezzo di carta da forno e ricavateci dei quadrati di circa dieci
centimetri di lato e in numero pari alle porzioni di riso che preparerete.
Mettete
i quadrati di carta da forno sul piano di lavoro, poggiate sul primo di essi
uno stampo rotondo di circa cinque centimetri di diametro, all'interno del quale
inserirete una parte del battuto di palamita appena preparato - la cosa
migliore, per non sbagliarvi, è di pesare il battuto e dividerlo poi, in modo
preciso, nel giusto numero di parti - pressandolo per bene, in modo da ottenere
un disco compatto, di circa mezzo centimetro di spessore.
Rimuovete
delicatamente lo stampo e ripetete fino a formare tutti i dischi, che poi metterete
in frigorifero, senza spostarli dalla carta da forno sulla quale sono poggiati,
fino al momento di usarli.
Bene,
ora è il momenti della cottura del riso, per la quale, come prima cosa,
riporterete a bollore leggero il brodo vegetale che avete preparato.
Sempre
prima di procedere, de-alcolizzate il vino, cosa che farete mettendolo in un
pentolino e scaldandolo, a fiamma bassa, fino a circa 85°, temperatura alla
quale l'alcool evapora, poi spegnendo la fiamma e lasciando il vino nel
pentolino, in modo che sia ancora ben caldo quando lo unirete al riso.
Prendete
poi una casseruola, portatela sul fuoco, a fiamma bassa e, quando la casseruola
sarà calda, ma non bollente, unite il riso e fatelo tostare per qualche minuto, girando continuamente in modo che ogni
chicco senta il calore.
Unite
il vino, alzate leggermente la fiamma, e fatelo sfumare, sempre girando in
continuazione, quindi cominciate ad aggiungere il brodo vegetale, inizialmente
in quantità maggiore e poi sempre più misurata, in modo da evitare di
ritrovarvi con un risotto cotto al punto giusto ma, ahimè, troppo liquido.
Verso
metà cottura, assaggiate il riso per valutarne la sapidità - se avete salato
correttamente il brodo dovreste trovarvi con il giusto livello - e nel caso
regolate di sale, sia il riso che il brodo rimanente.
Quando
il riso è cotto, spegnete la fiamma, prendete dal frigorifero il’burro e alici' e unitelo al riso,
mescolando fino a quando non si sarà sciolto, amalgamandosi perfettamente con esso
e rilasciando tutti i suoi profumi e sapori.
Procedete
rapidamente con l’impiattamento, mettendo il risotto nei piatti e disponendo
sopra di esso, separandoli dalla carta da forno sulla quale li avevate
poggiati, i dischi di palamita, che
non appena a contatto con il risotto cominceranno a sentirne l'effetto della
temperatura, progredendo verso il loro stato di 'quasi cottura'.
Usando
un cucchiaino, fate colare qualche un poco di olio all'erba cedrina su ciascuna
porzione - come vi dicevo, non più di un paio di cucchiaini per ciascuna di
essa - sia sul risotto che sul palamita, distribuendo infine il crumble di pane alle erbe, sempre senza
eccedere nella quantità.
Guarnite
come più vi piace e di corsa in tavola.
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