10 dicembre 2012

Le mie ricette - Calzone fritto con pecorino sardo, parmigiano, mortadella e carciofi



Cugino di quest'altro calzone - entrambi preparati la stessa sera - questo è decisamente meno aggressivo nel sapore, visto che al posto della 'nduja c'è la mortadella.

Come per il precedente calzone, le dosi sono per un calzone piuttosto imponente, da ridurre quindi nel caso decideste di farli più piccini.

Ingredienti (per ogni calzone)
  1. Pasta lievita (qui la mia ricetta)
  2. Un carciofo
  3. Cinquanta grammi di mortadella (meglio se in un pezzo unico)
  4. Venti grammi di pecorino sardo
  5. Venti grammi di parmigiano reggiano
  6. Olio extravergine d'oliva
  7. Olio per friggere (oliva o arachide)
  8. Sale e pepe

Per la pasta lievita, al solito, fatela voi, vostra oppure rimediatela da qualche parte.

Partite poi con i carciofi, che dovrete pulire secondo il disciplinare e poi tagliare a fettine sottili, eliminando l'eventuale barba presente alla base delle foglie.

Prendete poi una padella, metteteci tre o quattro cucchiai di olio extravergine, portatela sul fuoco e quando l'olio sarà ben caldo, unite le fettine di carciofo, che dovrete far cuocere a fiamma molto vivace, direi massimo per cinque minuti, in modo da renderle croccanti. Salatele verso metà cottura.

Grattugiate il parmigiano reggiano, mentre il pecorino sardo, che non deve essere troppo stagionato, riducetelo a scaglie, usando una grattugia adatta, oppure tagliatelo in piccoli dadini.

Per finire, la mortadella, anch'essa da ridurre a dadini o, se l'avete presa già tagliata in fette, in strisce larghe più o meno un centimetro.

Ritornate alla pasta lievita e ricavatene delle palle del diametro di circa otto centimetri.

Prendete ogni palla, mettetela sul piano di lavoro e schiacciatela in modo da ottenere un disco di circa venti centimetri di diametro e poi, sulla metà di ogni disco, disponete la mortadella, il pecorino sardo, le fettine di carciofo e, per finire, il parmigiano reggiano.

Operate in modo che il ripieno lasci un bordo di un paio di centimetri intorno a se, in modo che sia poi possibile chiudere e saldare il calzone.

Date una macinata di pepe nero sul tutto, poi bagnate con un po' d'acqua, usando le dita, tutto il bordo del disco di pasta, in modo che possa aderire meglio in fase di chiusura, prendete la metà dove non c’è l’impasto, sollevatela e rivoltatela in modo che copra quella con l’impasto.

Fate aderire per bene i bordi, premendo con le dita, poi fate un ulteriore orlo, ripiegando il bordo su se stesso, in modo da sigillare definitivamente il calzone, premendo nuovamente, sempre con le dita umide.

Ci siamo, non resta che friggere, seguendo le solite regole, per cui mettete abbondante olio per friggere in una padella adatta, portate sul fuoco e, quando l’olio è a circa 160° (sull'utilità del termometro non dirò più nulla), friggete i calzoni uno alla volta, massimo due se la padella è bella ampia e l’olio è tanto.

Fate friggere da entrambi i lati - il calzone galleggia, per cui anche se mettete tanto olio, il calzone non sarà mai immerso completamente – poi scolate e mettete i calzoni su di un piatto sul quale avrete messo qualche foglio di carta da cucina o per fritture.

Fate riposare i calzoni giusto cinque minuti, più che altro per non ustionarvi quando li addenterete, poi impiattate, portate in tavola e addentate con soddisfazione.

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