Una piccola variazione di questa ricetta, che preparai per un concorso di cucina e che questa volta ho
leggermente rielaborato, modificando soprattutto il condimento, visto che i
ravioli in sé mi erano piaciuti assai.
I ravioli sono scuri,
dato che l'impasto l'ho fatto usando un mix di farina di grano duro macinata a
pietra e grano saraceno, mentre il ripieno è una fonduta di Asiago fresco
arricchita con noci, che durante la cottura recupera la sua fluidità, dandovi,
appunto, un ripieno liquido.
Rispetto alla precedente ricetta, il condimento qui è più
elaborato, a partire da una crema di rape bianche e aglio rosso di Sulmona,
insaporita con dell'Asiago stravecchio,
a richiamare il ripieno dei ravioli. Poi una polvere fatta con le foglie delle rape stesse e, per finire, un
burro aromatizzato al timo fresco.
Concludo dicendovi che, come per tutti ravioli con
ripieno molto morbido, saranno indispensabili degli stampi in silicone per
cioccolatini, che vi consentiranno di dar
forma al ripieno e raffreddarlo in modo da portarlo allo stato solido,
necessario per poterci poi comporre i ravioli.
Altrettanto fondamentale, poi, un discreto assortimento
di stampi circolari, utili per dare la forma ai ravioli.
Ingredienti (per 4/6 persone)
Per la pasta
- Un etto e mezzo di farina di grano duro
- Un etto e mezzo di farina di grano saraceno
- Tre uova intere
- Tre tuorli
Per il ripieno
- Un etto e mezzo di Asiago fresco
- Trenta grammi di gherigli di noci
- 75 ml di panna fresca
- Pepe bianco
Per il condimento
- Un etto di burro
- Sei rametti di timo fresco
- Un cucchiaio di Asiago stravecchio grattugiato
Per la crema di rape bianche
- Due rape bianche
- Due spicchi d'aglio
- Due cucchiai ben colmi di Asiago stravecchio grattugiato
- Olio extravergine di oliva
- Sale e pepe bianco
Per la polvere di rape
- Una decina di foglie verdi delle rape
Bene, si parte con la preparazione del ripieno, che come
vi dicevo andrà raffreddato in modo
da poterlo poi gestire per farne il ripieno dei ravioli.
Per prima cosa mettete i gherigli di noce nel mixer ad
alta velocità, quello che si usa per il caffè o la frutta secca, e fatelo andare
alla massima velocità, fino a quando le noci cominceranno a rilasciare il loro
olio naturale, donandovi una sorta di impasto piuttosto cremoso.
Prendete poi un pentolino, possibilmente anti-aderente,
metteteci la panna e l’Asiago fresco tagliato in piccoli pezzi - il taglio
serve solo per agevolare la sua fusione, quindi non perdete troppo tempo a
farne pezzetti tutti uguali - poi portatelo sul fuoco, a fiamma minima, meglio
ancora se con una retina spargi fiamma sotto.
Fate scaldare quel tanto che basta e sciogliere l’Asiago,
assolutamente senza girare, muovendo al più il pentolino con movimenti
circolari, ricordandovi che se il tutto si dovesse scaldare troppo, la parte
grassa del formaggio si separerebbe da quella proteica, che tenderebbe poi a
formare grumi.
Non appena il formaggio si è sciolto, togliete dal fuoco
e unite le noci ridotte in pasta e una macinata di pepe bianco, quindi scuotete
e ruotate il pentolino in modo da armonizzare tutti gli ingredienti, poi
versate delicatamente la fonduta negli stampini in silicone - prendete quelli i
cui incavi hanno una forma a cupola, senza disegni o decorazioni - e fateli
freddare a temperatura ambiente.
Quando la fonduta si sarà freddata e rappresa, mettete
gli stampi nel freezer - se poi avete anche l’abbattitore, meglio ancora - e
lasciateceli fin tanto che preparerete la pasta per i ravioli.
Dedicatevi ora alla preparazione della pasta, usando
l’impastatrice o le braccia, a secondo delle vostre inclinazioni (le mie sono
ovviamente votate alla pigrizia, per cui impastatrice per tutta la vita).
Unite quindi le due farine, aggiungete le uova - le dosi
indicate dovrebbero andar bene, ma ricordatevi che molto dipende anche dalla
qualità della farina, dall’umidità e dalla dimensione delle uova - e cominciate
ad impastare, fino ad ottenere la classica palla, che lavorerete
complessivamente per almeno una decina di minuti.
Tenete presente che la natura delle farine è tale da
darvi un impasto piuttosto morbido e umido, che andrà poi lavorato con una
certa cautela.
Mettete la palla sotto una ciotola rovesciata e
lasciatela riposare per una mezz’ora, poi cominciate a stenderla, ancora una
volta a mano o con la macchina, fermandovi ad uno spessore sottile ma non
troppo, leggermente maggiore, ad esempio, di quello tipico delle fettuccine,
dato che la natura dell’impasto è tale da non consentirvi di spingervi troppo
oltre e anche perché - ma qui siamo sui gusti personali - la particolarità di questi ravioli suggerisce
una certa loro consistenza.
Fate riposare nuovamente la pasta, in modo che l'umidità
residua possa evaporare, quindi prendete ora due stampi circolari, uno dei
quali con diametro maggiore dell’altro - indicativamente direi,
rispettivamente, otto e dieci centimetri - e cominciate a ricavare i dischi che
formeranno i ravioli: quello di minore diametro per la base e quello maggiore
per la copertura, che dovrà seguire il profilo del ripieno, motivo della
necessità di averlo di diametro maggiore.
Ordinate i dischi sul piano di lavoro, in modo da avere
su una fila le basi e sull’altra la copertura, poi tirate fuori dal freezer gli
stampi con il ripieno ed estraete quest’ultimo dagli alloggiamenti, tenendo poi le piccole cupole a portata di mano.
Usando un pennellino o le dita, inumidite leggermente le
basi dei ravioli - inumidite solo al momento di comporre i ravioli, altrimenti
l’acqua avrà tutto il tempo di essere assorbita dalla pasta o di evaporare - poi
deponete il ripieno al centro di ciascuna base e poggiateci sopra il disco di copertura.
Fate seguire al disco superiore il profilo del ripieno,
procedendo gradualmente in modo da consentire all’aria di uscire - l’aria si
espande con il calore, per cui se ne rimanesse intrappolata troppa, il raviolo
potrebbe rompersi durante la cottura - fino a chiudere completamente il
raviolo.
Prendete ora uno stampo circolare che abbia un diametro
di poco maggiore di quello della cupola del raviolo e, usandolo capovolto, cioè
con il bordo tagliente rivolto verso l’alto, calatelo sul raviolo, in modo che
la cupola ne sia racchiusa, premendo poi molto delicatamente in modo da creare
una zona di sigillatura tra la copertura del raviolo e la sua base. Non esercitate
troppa pressione, altrimenti taglierete la pasta.
Prendete infine un altro stampo, di diametro maggiore di
quello appena usato e, calandolo esattamente come avete appena fatto, usatelo
per dare la forma finale al raviolo.
Fate un ultimo controllo sul raviolo, verificando che sia
ben chiuso, poi procedete con gli altri fino ad esaurire il ripieno.
Il procedimento sembra lungo e noioso, ma vedrete che
dopo averci preso la mano, procederete molto più speditamente rispetto a fare i
ravioli nel modo tradizionale, con due fogli di pasta grandi e con il ripieno
posto ad intervalli regolari.
Mettete tutti i ravioli in un piatto o in una piccola
teglia, mettendo un poco di farina sul fondo in modo da non farli attaccare e
rimetteteli in freezer per una mezz’ora, in modo che possano rimanere ben sodi
e stabili, spostandoli dopo tale tempo nel frigorifero.
Tanto che i ravioli si raffreddano, preparate il
condimento, partendo con la polvere di foglie di rape, scegliendo di queste
solo la parte verde ed eliminando i gambi più duri.
Prendete poi una teglia, metteteci un foglio di carta da
forno, deponeteci sopra le foglie di rape, senza aggiungere altro, e infornate
a 70° per circa mezz’ora e comunque fino a quando le foglie non saranno
diventate ben croccanti.
Mi raccomando, non abbiate fretta e non alzate la
temperatura, dato che le foglie devono essiccarsi, non cuocersi, e 70° è la
giusta temperatura per far evaporare l'acqua in modo non traumatico.
Quando le foglie sono pronte, tiratele fuori dal forno -
lasciatelo acceso, abbassando la temperatura a 50°, dato che servirà per il
passo successivo - e, usando semplicemente le mani, sbriciolatele e riducetele in una sorta di polvere piuttosto
sottile, scartando i residui dei gambi, più tenaci e che difficilmente riuscirete
a sbriciolare.
Preparate ora il burro aromatizzato, mettendo i rametti
di timo fresco in un pentolino di acciaio - o comunque che possa andare in
forno - insieme al burro e poi mettendo il tutto nel forno, come detto più
sopra a 50°, per uno scioglimento gentile e non traumatico, lasciandolo al suo
interno fino a quando non dovrete usarlo per il condimento finale.
Se non avete il forno elettrico, portate il pentolino sul
fuoco, ancora una volta a fiamma bassissima, e fate sciogliere il burro, avendo
cura che questo non bolla e tenendolo poi al caldo, ad esempio immergendolo
parzialmente il pentolino in acqua calda o tenendolo sopra ad un termosifone.
Tanto che il burro si profuma, preparate il composto alla crema di
rape, aglio e Asiago stravecchio, partendo con la bollitura
dell'aglio,necessaria per ingentilirne il sapore.
Per prima cosa mettete a scaldare un paio di litri
d'acqua, portandola a bollore leggero e prendendo poi un piccolo pentolino, che
dovrà contenere solamente gli spicchi d'aglio con la quantità minima di acqua
necessaria per le singole bolliture.
Tanto che l'acqua si scalda, togliete la buccia agli
spicchi d'aglio e, se questi non sono freschi, tagliateli a metà e rimuovete
l'anima centrale, di colore verde.
Mettete gli spicchi d'aglio nel pentolino, poi quando
l'acqua nella pentola più grande raggiunge il bollore, prendetene un paio di
mestoli e versatela nel pentolino, che porterete sul fuoco, continuando a far
bollire l'acqua con l'aglio per cinque minuti.
Trascorso il tempo, scolate gli spicchi e buttate via
l'acqua nella quale hanno bollito, poi prendete nuovamente un paio di mestoli
di quella che bolle nella pentola, mettetela nel pentolino insieme agli spicchi
d'aglio appena scolati e fate bollire, di nuovo, per cinque minuti.
Ripetete la sequenza fino a far bollire l'aglio per
cinque volte in tutto - per questa ricetta ho ridotto leggermente il numero
delle bolliture ed eliminato la bollitura finale nel latte, dato che il gusto
dell'aglio deve essere si sfumato, ma non troppo - scolando poi definitivamente
l'aglio e facendolo asciugare all'aria.
Dedicatevi poi alle rape, pelandole in modo da togliere
lo strato più esterno ed esporre la polpa interna, bianchissima, che taglierete
grossolanamente in pezzi, giusto per rendere più breve e omogenea la loro
cottura.
Portate a bollore abbondante acqua leggermente salata e,
quando bolle, tuffateci le rape, facendole bollire, a fiamma vivacissima e
senza coperchio, per circa dieci minuti, quindi scolatele usando un mestolo
bucato - non buttate l'acqua di cottura, che vi servirà poi per regolare la
densità della crema - e passatele in acqua ghiacciata in modo da fermarne la
cottura.
Scolate definitivamente le rape e travasatele, insieme
agli spicchi d'aglio, nel bicchiere del frullatore tradizionale o in quello del
frullatore a immersione, poi aggiungete un paio di cucchiai di olio
extravergine, mezzo mestolo scarso dell'acqua di cottura e fate andare il
frullatore alla massima velocità, fino ad ottenere una crema fluida e senza
residui solidi.
Valutate la densità finale, che dovrà essere piuttosto
fluida e, nel caso aggiungete altra acqua di cottura, poi regolate di sale e
date una veloce e ultima frullata.
Se usate il frullatore ad immersione, fatelo lavorare in
parte fuori dal composto, in modo da agevolare l’incorporamento dell’aria, cosa
che donerà al composto una consistenza spumosa e piacevole.
Versate la crema di rape appena ottenuta in un pentolino,
aggiungete l'Asiago stravecchio finemente grattugiato e portate il tutto sul fuoco,
a fiamma minima, facendo scaldare, ancora una volta, quel tanto che basta a
sciogliere il formaggio, senza mescolare ma muovendo il pentolino in modo da
amalgamare il composto.
Quando il formaggio è sciolto, spegnete e tenete al
calduccio, ricordando che la crema dovrà essere calda ma non bollente quando la
servirete. Per quanto riguarda la sua densità finale, questa dovrà essere
simile a quella di un passato di verdura, con quel minimo di consistenza tale
da sostenere parzialmente i ravioli
quando impiatterete.
Bene, quando siete pronti per la cottura, mettete l’acqua
per i ravioli sul fuoco e, quando è a bollore, tuffateci delicatamente (scusate
l’ossimoro) i ravioli, prendendoli direttamente dal frigorifero e facendoli
cuocere per il loro tempo, che nel mio caso è stato all'incirca di sei minuti.
Una buona regola per valutare la cottura, piuttosto che
sacrificare i ravioli all’assaggio, è quella di aggiungere nella pentola un
pezzo di pasta avanzato e assaggiarlo per poter valutare il loro stato di
cottura.
Nell’attesa della cottura dei ravioli, grattugiate un
altro po' di Asiago stravecchio, che userete per l'impiattamento e, a pochi
minuti dalla fine della loro cottura, preparate anche i piatti - se avete modo
di scaldarli, meglio ancora - mettendo sul loro fondo un velo di passata di
rape.
Quando i ravioli sono cotti, scolateli uno ad uno, usando
un mestolo bucato e facendo in modo che tutta l’acqua possa colar via, poi
metteteli delicatamente in un piatto che li possa contenere senza che siano troppo
ammassati e sul quale avrete messo un velo di burro aromatizzato (se i ravioli
non sono molti, potete metterli direttamente nel pentolino che avete usato per
il burro).
Procedete rapidamente con l’impiattamento, disponendo i
ravioli nei piatti, facendo attenzione a non scomporre il fondo fatto con la crema di rape, facendo poi colare
su ciascuno di essi un poco del burro aromatizzato, al quale darete una
energica emulsionata, visto che molto probabilmente, per effetto del calore, la
parta grassa e quella lattea si saranno separate.
Distribuite quindi la polvere di foglie di rapa e un poco
di Asiago stravecchio grattugiato, facendolo cadere a pioggia, poi guarnite
come meglio credete e portate rapidamente in tavola.
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