Ecco cosa succede quando sono al mare, da solo, con i
figli in spiaggia e la moglie al lavoro…
Tutto è nato dall’aver preso dei meravigliosi pomodori
casalino (a Roma chiamato anche “spagnoletta”)
di provenienza locale, di gran lunga i miei preferiti, anche se purtroppo hanno
una stagionalità molto breve e, peraltro, non è facile trovarli, dato che sono
ancora poco conosciuti e apprezzati.
Il casalino, per chi non lo conoscesse, ha una forma
schiacciata, una polpa molto compatta e dalla resa eccezionale, tanto che a mio
parere è la migliore varietà per farci sughi e salse.
In questo caso l’uso che ne ho fatto è stato quello di
usarlo come una sorta di base per un
piatto classico - la panzanella, appunto - che al solito ho provato a
reinterpretare (non uso volutamente l’oramai abusato termine “scomporre”), dando massimo risalto al
pomodoro e usando gli altri elementi come una sorta di accompagnamento.
Il pomodoro l’ho ridotto a freddo, separando la polpa dalla sua acqua interna, che ho poi
usato per profumare i crostini di pane, altro elemento classico della
panzanella.
Poi la cipolla, quella di Tropea, cotta brevemente in un
agrodolce a base di acqua, aceto di mele e zucchero di canna, e il cetriolo,
usando ovviamente a crudo.
Tutto qui, per un piatto decisamente estivo e fresco,
facile da preparare, ma che richiede il tempo, circa otto ore, per la riduzione
a freddo del pomodoro.
Concludo dicendovi, nel caso decideste di usare una
varietà diversa di pomodori, di calcolarne una quantità del 30% maggiore di
quella indicata, in modo da compensare la minore resa rispetto a quella
eccellente del casalino.
Ingredienti (per 4 persone)
Per la riduzione di pomodoro
- Un chilo di pomodori casalino, ben maturi
- Olio extravergine d'oliva
- Sale marino
- Pepe bianco (opzionale)
Per la cipolla in agrodolce
- Una cipolla di Tropea, di medie dimensioni
- Cinquanta grammi di zucchero semolato
- Cinquanta grammi di aceto di mele (o di vino bianco)
- Un cucchiaino di sale
- Mezzo litro d'acqua
Per i crostini di pane
- Due fette di pane casareccio
- Due cucchiai di olio extravergine di oliva
Per tutto il resto
- Mezzo cetriolo
- Dodici foglioline di basilico
Partite sicuramente con la riduzione a freddo dei
pomodori, tagliandoli grossolanamente a pezzi e passandoli al passa pomodoro, usando un disco con i fori piccoli, in modo da raccoglierne
solamente la polpa.
Prendete poi una ciotola di diametro piuttosto ampio e
copritela con un tovagliolo o un fazzoletto, che terrete in posizione, ben
teso, aiutandovi con un elastico, come se fosse la copertura di un tamburo.
Versate il pomodoro passato sul tovagliolo, che per il
peso si incurverà leggermente, salatelo leggermente e mettete poi il tutto in
luogo fresco, dedicandovi ad altro, in attesa che l'acqua dei pomodori,
lentamente, filtri nel tovagliolo, lasciandovi una polpa piuttosto compatta.
Il processo è piuttosto lungo, non meno di otto ore,
durante le quali, ogni tanto, muovete
la polpa usando un cucchiaio, in modo che l'eventuale acqua che si raccoglierà
in superficie possa comunque colar via.
Tanto per darvi un’idea, ecco le rispettive quantità di
polpa e acqua che ho ottenuto con circa la metà della dose indicata.
Un modo alternativo, più veloce e che peraltro serve nel
caso vi accorgeste all'ultimo momento che la disidratazione non sia completa, è
quello di fare le prime quattro ore con il tovagliolo e poi trasferire la
polpa, diventata nel frattempo più densa, in un colino a maglie molto fitte,
messo sopra ad un contenitore, in modo che l'acqua possa fluire più
rapidamente.
Non ho mai provato a partire direttamente con il colino,
ma ho il sospetto che l'iniziale fluidità della polpa di pomodoro possa far sì
che, attraverso le sue maglie, possa filtrare anche parte della polpa, dandovi
un’acqua con tracce di pomodoro.
Dedicatevi ad altro e, quando la separazione tra polpa e
acqua è completa, trasferite la polpa in una ciotola (per il momento lasciatela
così com’è, in modo da verificare se ci sia ancora acqua residua, nel qual caso
opererete come spiegato più sopra).
L’acqua di pomodoro, invece, trasferitela in una ciotola
più piccola, in modo che sia più agevola poi usarla (vi consiglio anche di
assaggiarla, per scoprire quanto deciso sia il sapore del pomodoro che l’acqua
porta comunque con sé).
Dedicatevi ora alla cipolla di Tropea, prendendo una
casseruola e mettendoci l'acqua, l'aceto, il sale e lo zucchero (affinché la
cipolla possa cuocere al meglio, vi suggerisco di scegliere una casseruola che
vi consenta di avere uno strato
d'acqua di almeno cinque centimetri di profondità).
Portate la casseruola sul fuoco, a fiamma media, e
nell'attesa che l'acqua si scaldi, pulite la cipolla, eliminandone la parte
iniziale e quella finale, poi tagliatela a metà nel verso della lunghezza e poi
dividete in due, sempre secondo la lunghezza, le due metà ottenute, in modo di
ritrovarvi con quattro spicchi.
Separate delicatamente gli strati della cipolla,
eliminando anche la sottile pellicola
che li separa, fermandovi quando sarete arrivati quasi al centro, dove gli
spicchi tendono a perdere la loro forma.
Sempre in attesa che l'agrodolce sia pronto, con lo
zucchero completamente sciolto, prendete una ciotola bella grande e riempietela
con acqua freddissima, magari aggiungendo anche del ghiaccio o, se non l'avete,
mettendo la ciotola con l'acqua nel frigorifero.
Quando l'agrodolce è pronto e a bollore leggero, uniteci gli
spicchi di cipolla, alzate la fiamma e fateli cuocere, senza coperchio, per
circa quattro minuti, in modo che si ammorbidiscano, ma senza perdere la loro
croccantezza.
Aiutandovi con un mestolo bucato, scolate delicatamente gli
spicchi di cipolla - prendetene pochi alla volta - e trasferiteli nell'acqua
ghiacciata, in modo da fermarne la cottura e fissarne il colore, quindi scolateli definitivamente, mettendoli
prima in un colino e poi distendo i singoli spicchi su qualche foglio di carta
da cucina, in modo che possano asciugarsi alla perfezione.
Ora è il turno dei dadini di pane, per i quali cercate di
usare un pane casareccio, meglio se del giorno prima, con la mollica molto
compatta e non troppo asciutta.
Eliminate la crosta e tagliate le fette di pane in dadini
regolari, di circa un centimetro di lato, eliminando le briciole che si saranno
certamente formate.
Prendete un padellino anti-aderente, metteteci due
cucchiai di olio extravergine e portatelo sul fuoco e, quando questo sarà ben
caldo, unite i dadini di pane, facendoli saltare velocemente e girandoli, in
modo che possano dorarsi uniformemente.
Non appena i dadini sono pronti e ben dorati su tutti i
lati, travasateli in un piatto, sul quale avrete messo un foglio di carta da
cucina o per frittura, in modo che l'olio in eccesso possa essere assorbito.
Per ultimo il cetriolo, che sbuccerete avendo cura di
lasciare qualche striscia di buccia,
più per un effetto cromatico che per altro, e poi taglierete a fette,
regolandovi su di uno spessore di circa sei o sette millimetri, fette che poi
dividerete in quattro parti, facendo un taglio a croce che passi per il loro
centro.
Tornate alla polpa di pomodoro, salatela, unite giusto un
cucchiaio di olio extravergine e, se vi ci piace, una leggera macinata di pepe
bianco, mescolando poi in modo da armonizzare il tutto.
Bene, non resta che impiattare, disponendo per prima
cosa, sul fondo dei piatti, un paio di cucchiai di polpa di pomodoro, che poi
distribuirete in modo uniforme dando qualche colpetto sul loro fondo.
Sopra la polpa, seguendo la vostra ispirazione,
distribuite gli altri ingredienti, avendo cura, prima di posizionarli, di
immergere i dadini di pane, per circa cinque secondi, nell’acqua di pomodoro,
in modo che ne possano prendere il sapore, senza però perdere la loro croccantezza.
semplice bontà, con gli ingredienti giusti, che altro desiderare? :-)
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