Ricetta preparata in esclusiva per The Salt Club, un progetto innovativo, che mira a recuperare la storia
e la tradizione del sale di salina di qualità.
Le ho provate tutte ma, visto che piatto è un po’
articolato, proprio non sono riuscito a trovare un nome che, volendo
descriverne tutti gli ingredienti, occupasse meno di tre righe, motivo per cui
ho cercato di dare libero sfogo alla creatività linguistica, con il risultato
che vedete e che siete liberi di giudicare…
Comunque, visto che non sono più nel titolo, ecco di cosa
si tratta:
Tartare di filetto di vitellone, paprika, pepe di Sichuan
e Fior di Sale Naturale di Sardegna, con semi di amaranto cotti nel tè Matcha,
crema di piselli al naturale, mostarda all'arancia e gelatina dolce di tè
Matcha
La tartare è
appunto preparata con il filetto, proveniente dall’Azienda Biologica Sansoni, e
condita solamente con olio extravergine di oliva - lo splendido monovarietale
di ascolana tenera Spalià
del Frantoio Cestini
- pepe di Sichuan,
più delicato rispetto al pepe classico,
paprika forte, per avere una nota piccante e, come degna chiusura, fior di sale di Sardegna, che con la sua granularità dona sapidità ma anche
croccantezza.
Con la tartare,
poi, ho realizzato delle praline,
usando come rivestimento esterno i
semi di amaranto, cotti nel tè Matcha, in
modo da avere un retrogusto particolare, appena percepibile.
Ad accompagnare la carne, una mostarda all’arancia, fatta
aggiungendo polveredi mostarda a una riduzione di arancia, in modo da ottenere un sapore dolce
e piccante allo stesso tempo, un po’ come accade nella tradizionale mostarda di
Cremona, e una piccola gelatina fatta, ancora una volta, con il tè Matcha.
Completano il piatto, una crema di piselli in purezza, visto che è preparata
solamente con piselli freschi, sale marino e la loro acqua di cottura, e un
pezzetto di pane carasau.
In sostanza, quindi, un piatto dai molti contrasti, sia
nelle consistenze, ma ancor più nei sapori, che per essere apprezzato al meglio
deve essere mangiato in un sol boccone,
motivo questo che mi ha spinto a servirlo come Finger Food.
Concludo dicendovi che le dosi che vi darò per alcune
delle preparazioni saranno decisamente sovrabbondanti rispetto a quelle che
realmente utilizzerete, visto che per poter lavorare
questi elementi, sotto certe quantità non si può scendere. Tenete comunque
presente che queste si conserveranno in frigorifero abbastanza a lungo, direi
almeno un paio di settimane.
Ingredienti (per 4 persone)
Per la tartare
- Due etti di polpa di filetto
- Un cucchiaino raso di paprika forte
- Due cucchiai di olio extravergine di oliva
- Fior di Sale di Sardegna
- Pepe di Sichuan
- Pane carasau
Per l’amaranto
- Due cucchiai di semi di amaranto
- Mezzo litro d’acqua
- Un cucchiaino di tè Matcha
- Sale marino
Per la crema piselli
- Un etto di piselli freschi
- Sale marino
Per la mostarda all’arancia
- Due arance
- Due cucchiaini di zucchero di canna
- Un cucchiaino di polvere di mostarda (vedi dopo)
Per la gelatina di tè Matcha
- Due decilitri d’acqua
- Mezzo cucchiaino raso di tè Matcha
- Un cucchiaino di zucchero di canna (vedi dopo)
- Un cucchiaino di succo di limone (opzionale)
- Agar Agar (vedi dopo)
Premessa sulla carne, che oltre a essere ovviamente di
qualità e tagliata poco prima di usarla, vi dovete far lasciare intera dal
vostro macellaio, resistendo alla tentazione di farvela macinare, cosa che lui,
quando avrà saputo che ci volete fare una tartare,
probabilmente vi chiederà.
Vi garantisco, invece, che una tartare fatta con la carne battuta al coltello è tutta un'altra
cosa, senza contare che se questa viene lavorata
con troppo anticipo, tenderà ad ossidarsi più velocemente.
Bene, dopo la premessa, dedicatevi alla riduzione di
arancia, che sarà la base per la mostarda, prendendo le arance, ricavandone il
succo, pesandolo e mettendolo in un pentolino, aggiungendo quindi lo zucchero
di canna.
Portate il pentolino sul fuoco, a fiamma bassa e senza
coperchio, facendo andare fino a quando il liquido non si sarà ridotto a circa
1/6 del suo volume iniziale, cominciando a fare le tipiche bollicine, che
indicano la quasi totale evaporazione della componente acquosa.
Verso metà cottura, assaggiate per valutare il giusto
bilanciamento tra componente acida e dolce e, nel caso, aggiungete ancora un
pochino di zucchero di canna, soprattutto nel caso aveste usato delle arance
non del tutto mature o le prime della stagione.
Quando la densità della riduzione vi sembra giusta,
spegnete la fiamma e travasatela in un piccolo contenitore in ceramica, meglio
se facendola passare attraverso un colino a maglie fitte, in modo da trattenere
qualsiasi residuo.
Fate freddare la riduzione, ricordando che la sua densità
aumenterà con il raffreddamento e non vi preoccupate se alla fine la densità
non dovesse essere quella giusta; potrete tranquillamente riportare sul fuoco e
ridurre ulteriormente il tutto.
Alla fine dovrete ottenere una densità simile a quella di
una marmellata piuttosto densa, quindi stabile
nel momento in cui impiatterete la mostarda, che non vi faccia correre il
rischio di spandersi eccessivamente
perdendo la sua forma.
Quando la riduzione si sarà freddata, aggiungete la
polvere di mostarda, girando energicamente con una piccola frusta o con i rebbi
di una forchetta, in modo che gli eventuali grumi possano rompersi, dandovi un composto perfettamente fluido.
Mi raccomando, aggiungete la polvere di mostarda in modo
graduale, assaggiando ogni volta, in modo da poter valutare il corretto
bilanciamento tra dolce e piccante, bilanciamento che naturalmente dipenderà
anche dal vostro gusto.
Quando la mostarda vi soddisfa, e se lo avete,
travasatela in un biberon da cucina, in
modo che poi sia più facile dosarla nei piatti.
Preparate ora la gelatina di tè Matcha, mettendo l’acqua
in un pentolino e portandolo sul fuoco, a fiamma media e, quando questa
raggiunge una leggera ebollizione, unite il tè matcha, lo zucchero e, se vi ci
piace, un poco di succo di limone, mescolando in modo da far sciogliere tè e
zucchero, assaggiando infine per valutare il giusto equilibrio di sapori.
Unite l'Agar Agar, dosandolo in base alle indicazioni
riportate sulla confezione - in genere sono quattro grammi per mezzo litro di
liquido - mescolando energicamente per un minuto, in modo che questo possa
sciogliersi completamente ed attivarsi.
Spegnete la fiamma e, tanto che la temperatura scende,
prendete un contenitore in ceramica dal fondo piatto e di diametro o larghezza
tale da consentirvi di fare uno strato di gelatina di circa mezzo centimetro.
Foderate il contenitore con della pellicola trasparente,
fondamentale per poi poter togliere la gelatina senza difficoltà, facendo in
modo che questa aderisca alla perfezione al contenitore.
Versate il tè nel contenitore e fatelo freddare a
temperatura ambiente, ricordando che l’Agar Agar solidifica intorno ai 50°,
motivo per cui non serve mettere il liquido nel frigorifero.
Quando la gelatina sarà ben soda, estraetela dal
contenitore, mettetela sul piano di lavoro e, usando un coltello a lama grande, ben affilata e leggermente inumidita, ricavatene dei piccoli
cubetti, di circa mezzo centimetro di lato, che terrete da parte in attesa di
usarli.
Ora i semi di amaranto, portando a bollore l’acqua
leggermente salata e, quando il bollore è raggiunto, unendo il tè Matcha,
facendolo sciogliere completamente e unendo poi i semi, che farete cuocere per
il tempo indicato sulla loro confezione - nel mio caso venti minuti - avendo
comunque cura che questi rimangano leggermente duretti.
Quando i semi sono pronti, scolateli e passateli subito
in acqua fredda, quindi fateli scolare per bene, metteteli in un piatto ben
stesi e fateli asciugare in corrente d’aria, in modo che l’umidità residua
possa ridursi quanto più possibile (volendo potete anche mettere i semi nel
forno elettrico, alla temperatura di 50°, facendoli asciugare più velocemente).
Preparate ora la crema di piselli, prendendo per prima
cosa una ciotola bella grande e riempiendola con acqua freddissima, magari
aggiungendo anche del ghiaccio o, se non l'avete, mettendo preventivamente la
ciotola con l'acqua nel frigorifero.
Prendete poi una casseruola, riempitela d'acqua,
salandola leggermente, e poi portandola sul fuoco e, quando è a bollore,
tuffateci i piselli, facendoli cuocere giusto il tempo necessario a renderli
morbidi, cosa che richiederà dai cinque ai dieci minuti, a seconda che abbiate
usato piselli surgelati o freschi.
Quando i piselli sono cotti, prelevateli con un mestolo
bucato e travasateli nell’acqua ghiacciata, in modo da fermarne la cottura e fissare il loro bel colore verde
brillante, poi scolateli e fateli asciugare. Mi raccomando, non buttate l'acqua
di cottura dei piselli, che vi servirà per la crema.
Mettete i piselli nel bicchiere del frullatore,
tradizionale o a immersione,
aggiungete mezzo mestolo della loro acqua di cottura e fate andare alla massima
velocità, lavorando con cura usata in modo da eliminare qualsiasi residuo
solido e regolando infine di sale.
Alla fine la crema dovrà risultare non troppo fluida, più
o meno come una passata di pomodoro ristretta e, quando la densità è quella
giusta, valutate se sia o meno il caso di setacciare la crema, cosa che nel
caso farete usando un colino a maglie fitte.
Ora è il momento della carne, dalla quale eliminerete con
particolare cura tutti i residui di grasso, tagliandola poi in piccoli pezzi,
che ridurrete poi di dimensione usando un coltello a lama grande e ben affilata, con il quale taglierete e batterete la carne.
La consistenza finale sceglietela voi, secondo il vostro
gusto, potendo andare da una sorta di battuto,
quasi una crema, fino a una
consistenza maggiore, con la carne ridotta in piccoli dadini, anche se, dovendo
poi formarci delle palline, suggerisco di lavorarla piuttosto a lungo, in modo
che poi queste possano mantenere la forma senza problemi.
Riunite la carne in una ciotola e conditela con due
cucchiai di olio extravergine di oliva, un pizzico di pepe di Sichuan, la
paprika forte e, per finire, il Fior di Sale di Sardegna, che lascerete nella
sua consistenza, in modo che oltre alla sapidità avrete anche un croccantezza
molto piacevole al palato.
Mescolate per bene tutti gli ingredienti, assaggiando per
verificare il corretto equilibrio, quindi procedete a formare le praline, riprendendo per prima cosa
l’amaranto e tenendolo a portata di mano.
Prendete all’incirca un cucchiaio scarso di carne alla
volta - ogni pralina dovrebbe pesare poco meno di venti grammi - pressandola
per bene e, contemporaneamente, facendola ruotare tra i palmi delle mani, in
modo da dargli una forma sferica.
Man mano che date forma alla carne, passatela
delicatamente nei semi di amaranto, in modo che questi aderiscano per bene su
tutta la superficie, formando la pralinatura, ripetendo poi tutto il
procedimento fino a esaurire la carne.
Bene, è tutto pronto e potete procedere con
l’impiattamento, che descriverò nell'ipotesi che anche voi abbiate scelto di
servire il piatto come Finger Food.
Per prima cosa mettete un cucchiaio scarso di crema di piselli
sul fondo di ciascun piattino o contenitore che avete scelto, poi poggiateci le praline di carne e, sopra
ciascuna di esse, distribuite un poco di mostarda, poggiandoci poi sopra una
gelatina di tè Matcha.
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RispondiEliminaBankruptcy Lethbridge