Come chi mi segue forse saprà, il riempimento dei
calamari è qualcosa che faccio con una certa regolarità, tanto che oramai ho
quasi esaurito le idee su cosa metterci dentro.
Questa volta l’illuminazione mi è venuta dall’aver
mangiato delle classiche sarde in saòr,
delle quali, lo ammetto, la parte che mi piace di più è proprio l’agrodolce,
dato dalla sapiente combinazione di cipolla, aceto, zucchero, uvetta e pinoli.
Ho pensato, allora, a una sorta d’inversione, preparando il saòr
nel modo tradizionale - vista la stagione, ho usato i cipollotti freschi di
Tropea - e poi, dopo averlo reso più compatto con del pangrattato e arricchito
con parte dei tentacoli, usandolo per riempire il calamaro, che ho poi cotto
nel modo classico.
A completare il piatto, una salsa ‘burro e alici’,
preparata amalgamando le alici sotto sale con il burro e poi legando il tutto e
riducendolo con il fondo di cottura del calamaro.
Concludo con due note sulle quantità: la prima, per il
ripieno, che è sempre meglio avere un po' in avanzo piuttosto che rimanerne
senza; la seconda relativa alla mia scelta di servire il piatto come antipasto,
per cui le dosi sono tali da darvi un paio di fette di calamaro a testa.
Ingredienti (per 4 persone)
Per il calamaro
- Un calamaro di circa mezzo chilo
- Quattro cucchiai di olio extravergine d’oliva
- Sale marino
Per il saòr
- Ottanta grammi di cipollotti di Tropea
- Un cucchiaio ben colmo di pinoli sgusciati
- Un cucchiaio ben colmo di uvetta passa
- Un cucchiaio di zucchero di canna
- Quattro cucchiai di pangrattato (vedi dopo)
- Mezzo bicchiere scarso di aceto di mele (o di vino bianco)
- Due cucchiai di olio extravergine d’oliva
- Sale marino
Per la sala ‘burro e alici’
- Cinquanta grammi di burro
- Due alici sotto sale
- Il fondo di cottura del calamaro
Per prima cosa preparate la base per la salsa ‘burro e
alici’, tirando fuori dal frigorifero il burro, in modo che possa ammorbidirsi
a temperatura ambiente.
Pulite le alici, rimuovendone la lisca centrale, le piccole
lische che si trovano sui bordi dei filetti e, infine, sciacquandole molto
accuratamente sotto l'acqua corrente, in modo da eliminare ogni traccia di
sale, quindi asciugatele accuratamente con qualche foglio di carta da cucina.
Mettete le alici sul tagliere e, usando un coltello con
la lama grande e ben affilata, tritatele piuttosto finemente, quindi unitele al
burro morbido e, usando i rebbi di una forchetta, lavorate il composto in modo
che burro e alici possano amalgamarsi alla perfezione.
Rimettete il ‘burro e alici’ in frigorifero, in modo che
sia ben freddo quando lo unirete al fondo di cottura del calamaro, cosa che
faciliterà l’azione della componente grassa, un po’ come si fa quando si
manteca il risotto.
Dedicatevi ora alla preparazione del saòr, pulendo i cipollotti eliminandone lo strato più esterno e le
due estremità, poi tagliateli a metà nel verso della lunghezza e, infine, ogni
metà in fettine piuttosto sottili, che poi scomporrete nei pezzi che
costituiscono la struttura interna della cipolla.
Visto che i cipollotti andranno poi a costituire parte
del ripieno, vi suggerisco poi, a differenza di quanto si fa invece per il saòr tradizionale, di tritarli
grossolanamente, in modo da non trovarvi pezzi troppo grossi quando vi
mangerete il tutto.
Prima di proseguire, mettete l'uvetta passa ammollo in
acqua fredda, dove la lascerete per una quindicina di minuti, per poi scolarla
e asciugarla.
Prendete una padella, meglio se anti-aderente, metteteci due
cucchiai di olio extravergine e le cipolle, poi portatela sul fuoco, a fiamma
media.
Quando l'olio è caldo e le cipolle cominciano a
sfrigolare, salatele e fatele appassire - appassire e non rosolare - a fuoco
basso e a padella coperta e, quando le cipolle saranno diventate morbide,
diciamo dopo circa dieci minuti, aggiungete l'aceto, un’eguale quantità di
acqua e lo zucchero di canna.
Fate cuocere, sempre a fuoco basso, fino a quando il
liquido si sarà quasi del tutto ristretto, quindi aggiungete l'uvetta e i
pinoli, facendo andare ancora per un paio di minuti, ricordandovi dovrà
rimanere un po' di fondo di cottura, denso e saporito.
Verso metà cottura, assaggiate per valutare il corretto
equilibrio tra l’aceto e lo zucchero e, nel caso, correggete aggiungendo l’uno
o l’altro ingrediente.
Quando il saòr
è pronto, spegnete e fatelo intiepidire, poi cominciate ad aggiungere il
pangrattato, un cucchiaio alla volta, mescolando e valutando il livello di umidità del composto, che alla fine
dovrà risultare compatto ma non troppo asciutto, cosa che comprometterebbe la
sua tenuta quando taglierete il
calamaro. Non è facile spiegare a parole la consistenza finale del composto,
per cui confido nella vostra capacità di valutazione.
Pulite ora il calamaro - è così facile farlo che oramai
io non me li faccio pulire più al banco del pesce - estraendo le viscere, cosa
che farete semplicemente afferrando i tentacoli e tirandoli con movimento lento
ma costante, in modo che si trascinino
dietro le interiora.
Eliminate poi la cartilagine interna, quella lunga e sottile
che percorre l’intero corpo del calamaro, quindi la pelle, afferrandola e
tirandola via dal corpo e infine le due alette
esterne, che separerete dal corpo con lo steso movimento lento e costante con
il quale avete tolto le interiora.
Lavate per bene il corpo del calamaro, soprattutto
all’interno, verificando che non siano rimaste tracce significative di
interiora, quindi fatelo sgocciolare e poi asciugatelo con qualche foglio di
carta da cucina.
Separate i tentacoli dalle interiora, eliminando anche il
becco che si trova più o meno in corrispondenza della loro unione, mettendoli
sul tagliere.
Usando un coltello a lama grande a molto affilata - il
calamaro è piuttosto coriaceo e non facile al taglio, quando è crudo - tagliate
i tentacoli in pezzi piuttosto piccoli, direi di non più di mezzo centimetro di
lunghezza e larghezza.
Il resto del calamaro - alette e testa - vi consiglio di
surgelarlo, così da poterlo usare in futuro, ad esempio per una salsa.
Aiutandovi con un cucchiaino, riempite i calamari con il composto
appena preparato, facendo in modo che questo risulti ben pieno e senza sacche
vuote, che possono normalmente formarsi verso la parte finale del corpo, dove
questo si restringe.
Non abbiate paura a riempire per bene i calamari, tanto il
ripieno, per sua composizione, non aumenterà ulteriormente di volume e non ci
sarà, quindi, alcun rischio di rottura, cosa può accadere con ripieni che
tendono a gonfiarsi in cottura.
Chiudete l'estremità del calamaro con uno stuzzicadenti, quindi
ungete una teglia da forno, adagiatevi il calamaro, ungetelo con un altro po’
d’olio e salatelo in superficie.
Aggiungete nella teglia il vino bianco, quindi coprite la
teglia con un foglio di carta d'alluminio, al quale farete qualche foro con i
rebbi di una forchetta o con uno stuzzicadenti.
Infornate a 160° per venti minuti, poi togliete la carta
d’alluminio e fate cuocere per altri dieci minuti, quindi spegnete il forno, tirate
fuori la teglia, togliete con cautela il calamaro, mettendolo in un piatto e
facendolo prima freddare a temperatura ambiente e poi passandolo in frigorifero
per un’oretta, in modo che il ripieno possa compattarsi al meglio, cosa che
agevolerà il successivo taglio.
Tanto che il calamaro si fredda, prendete il ‘burro e
alici’ dal frigorifero, portate sul fuoco, a fiamma bassa, la teglia con il
fondo di cottura del calamaro e, quando questo sarà di nuovo caldo, unite il
‘burro alici’, mescolando in modo che questo si sciolga nel fondo.
Continuate a mescolare fino a quando il fondo si sarà
ristretto - la parte acquosa dovrà evaporare, lasciando solamente quella grassa
- momento nel quale spegnerete la fiamma e travaserete la salsa in una
ciotolina, in modo che possa freddarsi fino a raggiungere la temperatura
ambiente.
Tornate al calamaro e, quando è ben freddo, mettetelo sul
tagliere, poi, usando un coltello a lama grande e affilata, tagliatelo delicatamente a fette, spesse poco
meno di un centimetro. Mi raccomando non affettate il calamaro quando è ancora
caldo, altrimenti il ripieno tenderà a cedere, rovinando del tutto il risultato
finale.
Aspettate una mezz’ora, in modo che il calamaro possa
recuperare temperatura, poi impiattate, disponendo le fette di calamaro secondo
la configurazione che più vi piace e poi fate colare su di esse, ma solo al
momento di servire, qualche cucchiaio di salsa ‘burro e alici’.
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