Ricordate
che il pesce crudo, prima di essere preparato e servito, deve essere abbattuto
o congelato (il tempo di abbattimento dipende dalla temperatura e va dalle 9
ore a -40° fino alle 96 a -15°) in modo da eliminare il rischio di
contaminazioni da parte di batteri e parassiti, tra i quali il più pericoloso è
sicuramente l'Anisakis.
Per quanto riguarda gli esercizi commerciali, punti vendita e ristoranti,
esiste l'obbligo di informazione al consumatore, come stabilito dal Ministero della Salute.
Credo
proprio di aver stabilito un nuovo record per quanto riguarda la lunghezza del
nome del piatto. Abbiate pietà di me.
D'altronde
è un piatto decisamente articolato, che combina pesce e verdure, con
consistenze diverse, con una strizzatina d'occhio ai colori e con un
impiattamento che nelle intenzioni - le mie, ovviamente - dovrebbe richiamare
la natura, con una base del piatto
che spero ricordi la terra e la natura (mi rileggo e mi viene voglia di
andare da un bravo analista).
Comunque,
la base del piatto è lo scorfano, che ho fatto marinare per una notte
nell'aceto di more e nel succo della melagrana, in modo da avere comunque una
marinatura acida, ma con il
retrogusto zuccherino della melagrana. Dopo la marinatura, ho condito lo
scorfano solamente con sale marino - ho usato il Salfiore
a grana media delle Saline di Cervia
- e olio extravergine di oliva, nello specifico lo Spalià 2015 del Frantoio Cestini.
Ad
accompagnare lo scorfano, le gelatine di pomodoro e basilico, che donano
freschezza al piatto - ho usato la gelatina alimentare, dato che l'Agar Agar mi
avrebbe dato una consistenza troppo gommosa
- e le puntarelle, condite solo con olio e un leggero battuto di acciughe - non
ho usato l'aceto dato che questo era già presente nella marinatura del pesce -
e che con la loro croccantezza e la loro nota amarognola creano un buon
contrasto nelle consistenze e nei sapori.
Poi
c'è la base del piatto, che come ho
già detto vorrebbe richiamare la terra,
fatta con un crumble di pane, sul
quale ho creato delle sfumature di colore usando una terra di olive taggiasche, una di peperone rosso e una polvere di broccoletti (uso i termini "terra" e "polvere" per evidenziare la differente consistenza, più
grossolana per la terra e più fine
per la polvere).
Tenete
presente che i tempi di preparazione sono piuttosto lunghetti, non tanto per la
complessità, quanto piuttosto per le tecniche utilizzate e il mio suggerimento
è di preparare quasi tutte le componenti (le puntarelle sono l'unica eccezione)
con largo anticipo, volendo anche il giorno prima.
Concludo
infine dicendovi che per ricavare il succo dalle melagrane potrete usare una centrifuga
o un estrattore
per succhi o, in mancanza di entrambi, potrete tagliare a metà
le melagrane e spremerle come fossero arance: perderete un po' di succo, ma
guadagnerete in semplicità.
Ingredienti
(per 4 persone)
Per
lo scorfano marinato
- Due etti di polpa di scorfano
- Aceto di more (o di ribes, lamponi o mele, se non lo trovate)
- Due melagrane
- Olio extravergine di oliva
- Sale marino
Per
le gelatine di pomodoro e basilico
- Un etto di polpa di pomodoro fresco (vedi dopo)
- Cinque foglie di basilico fresco
- Gelatina alimentare (vedi dopo)
- Sale
Per
le puntarelle
- Un cespo di puntarelle
- Tre filetti di acciughe sott'olio
- Olio extravergine di oliva
- Sale (vedi dopo)
Per
la terra di olive taggiasche
- Una ventina di olive taggiasche
Per
la terra di peperone rosso
- Un peperone rosso non troppo grande
Per
la polvere di broccoletti
- Una ventina di foglie di broccoletti
Per
il crumble di pane
- Quattro fette di pane casareccio
- Olio extravergine di oliva
- Pepe nero
Ovviamente
partite con la marinatura dello scorfano, che come ho già detto richiederà una
notte intera di riposo.
Per
prima cosa dovrete sfilettare il pesce - con lo scorfano ci vuole particolare
attenzione, visti gli aculei presenti
sul suo corpo - operazione per la quale ci vuole un po' di pratica e di
pazienza.
Prendete
per prima cosa un coltello con la lama flessibile e ben affilata, poi tagliate via la testa al pesce,
in modo che il suo corpo poggi meglio sul tagliere.
Partendo
dalla coda, incidete trasversalmente il pesce, fino ad arrivare alla lisca
centrale, poi ruotate il coltello, in modo che la parte piatta della lama
rimanga ben a contatto con la lisca, tagliate per tutta la lunghezza, fino ad
uscire dalla parte della testa. Girate il pesce e ripetete per l'altro lato,
tutto sommato più facile a farsi che a dirsi.
Altro
modo, più di precisione, è quello di usare un coltellino molto affilato e incidere
il pesce nella sua parte superiore, tenendo la lama a contatto con la lisca
centrale e procedere con piccoli tagli verso l’interno del pesce, fino a
separare i filetti. Per capire meglio, potete guardarvi questo video di Coquis - Ateneo Italiano della Cucina.
Usando
poi un paio di pinzette (ci sono quelle specifiche per il pesce), rimuovete le lische residue, che si trovano nella parte
centrale dei filetti e poi, sempre usando un coltello affilato, rifilateli,
rimuovendo la parte di pelle sui bordi che, normalmente, è più spessa e meno
gradevole, sia alla vista che al gusto.
Rimuovete
infine la parte più scura della polpa, quella vicino alle interiora, che ha un
sapore piuttosto forte e amaro, poi mettete i filetti su un tagliere, con la
pelle rivolta verso il basso e usando sempre il coltello affilato, ricavatene
dei cubetti di circa un centimetro e
mezzo di lato, il più possibile regolari, nella forma e nella dimensione, eliminando
poi da essi la pelle, sempre usando il coltello affilato.
Prendete
una ciotolina o un contenitore con il fondo piatto e disponeteci i cubetti di scorfano,
avendo cura che questi siano possibilmente su di un solo strato e vicini tra
loro, ma senza essere a stretto contatto, cosa che impedirebbe alla marinatura
di bagnarne in modo omogeneo tutta la superficie.
Per
evitare di dover preparare una quantità eccessiva di marinatura - l'aceto di
more e le melagrane costicchiano - cercate di usare un recipiente tale da
contenere il pesce senza spreco di spazio.
Preparate
ora la marinatura, ricavando per prima cosa il succo dalle melagrane - come
detto all'inizio, potrete usare una centrifuga,
un estrattore
per succhi o più semplicemente uno spremiagrumi - raccogliendolo in una
ciotolina e pesandolo, aggiungendo poi una uguale quantità di aceto di more.
Versate
la marinatura fino a coprire a filo i cubetti di scorfano e, se quella
preparata non dovesse bastare, preparatene dell'altra, sempre rispettando le
proporzioni tra i due liquidi.
Sigillate
il contenitore con il suo tappo, se ce l'ha, o con la pellicola trasparente e
mettetelo in frigorifero, dove lo lascerete per tutta la notte.
Dedicatevi
ora alla gelatina, che potrete preparare con un certo anticipo, considerando
che comunque ci vorrà almeno un'ora affinché possa solidificarsi, per cui non
riducetevi all'ultimo momento.
Prendete
i pomodori che avete scelto - nel mio caso dei classici pomodori rossi a
grappolo, che oramai si trovano quasi tutto l'anno - tagliateli a metà e
ricavate, aiutandovi con un cucchiaio, la sola parte interna, quella più
gelatinosa e che normalmente si scarta, in modo da ricavare un a sorta di liquido di pomodoro molto fluido e
profumato (con il resto dei pomodori potete farci altro, come ad esempio una
salsa).
Passate
la parte interna appena ricavata al passa pomodoro, raccogliendo il liquido in una ciotola e lavorando fino a quando
non sarà rimasto, dei pomodori, un residuo molto asciutto, costituito di fatto
dai soli semi.
Travasate
il liquido ottenuto nel bicchiere del frullatore, tradizionale o a immersione,
unite le foglie di basilico e fate andare il frullatore alla massima velocità,
lavorando con cure per eliminare quanto più possibile i residui solidi.
Usando
un colino a maglie fitte setacciate il liquido appena ottenuto, in modo da eliminare
eventuali ogni possibile residuo, quindi pesatelo e prendete la giusta quantità
di gelatina alimentare, che farete ammollare mettendola in una scodella e
coprendola con acqua fredda.
Mettete
il liquido di pomodoro e basilico in un pentolino, salatelo leggermente e
portatelo sul fuoco, a fiamma bassa.
Quando
il liquido è prossimo all'ebollizione, spegnete la fiamma, riprendete la
gelatina, strizzatela dall'acqua e unitela nel pentolino, mescolando per un
paio di minuti con una forchetta o una piccola frusta, in modo che
possa sciogliersi completamente.
Tanto
che il composto si raffredda, prendete un contenitore in ceramica dal fondo
piatto e di diametro o larghezza tale da consentirvi di fare uno strato di
gelatina di circa mezzo centimetro di spessore - fate la prova usando una
quantità di acqua pari a quella del liquido - e foderatelo con della pellicola
trasparente, fondamentale per poi poter togliere la gelatina senza difficoltà.
Fate
in modo che la pellicola trasparente aderisca alla perfezione al contenitore,
quindi, quando si sarà intiepidito, versateci il liquido di pomodori e
basilico, fatelo freddare del tutto e poi mettetelo in frigorifero, in modo che
possa solidificarsi completamente.
Quando
la gelatina sarà ben soda, estraetela dal contenitore, mettetela sul piano di
lavoro e, usando un coltello leggermente inumidito, tagliatela a dadini di poco
meno di un centimetro di lato, che rimetterete in frigorifero in attesa di
usarli.
Ora
è il momento di terre e polvere, operando in parallelo con le
olive taggiasche e il peperone, visto che la loro cui essiccatura in forno è
quella che richiede più tempo.
Tagliate
a metà il peperone, eliminatene i semi e le coste bianche al suo interno e poi
tagliatelo in striscioline piuttosto sottili, cosa che ha il solo scopo di ridurre la permanenza in forno.
Le
olive, invece, le priverete del nocciolo e le taglierete a metà, sempre per
ridurre il tempo richiesto affinché si secchino.
Prendete
due piccole teglie, mettete un foglio di carta da forno su entrambe, poi
mettete in una il peperone e nell'altra le olive - volendo potete usare una
sola teglia, tenendo però ben separati i due vegetali - infornando a 90° per
circa un paio d'ore, comunque fino a quando peperone e olive non si saranno ben
seccate (le olive rimarranno comunque leggermente umide data la presenza della
componente grassa), cosa che probabilmente richiederà tempi leggermente
diversi, per cui verificate sempre prima di togliere dal forno.
Mi
raccomando, non abbiate fretta e non alzate la temperatura, dato che i due
elementi devono essiccarsi e non cuocersi, e 90° è la giusta temperatura per
far evaporare l'acqua in modo non traumatico.
Fate
freddare peperone e olive, poi procedete separatamente, mettendo prima l'uno e
poi le altre nel mixer,
facendolo andare alla massima velocità fino ad ottenere le terre, che raccoglierete in due distinte ciotoline e, metterete in
luogo asciutto in attesa di usarle.
Vedrete
che, in virtù della presenza dell'olio al loro interno, la terra di olive sarà più grossolana nella dimensione e più morbida, cosa che ovviamente non è un
difetto ma, anzi, contribuisce ad avere consistenze diverse.
Dopo
le terre, preparate anche la polvere
di broccoletti, prendendo di questi solo la parte tenera delle foglie,
eliminando anche la costola centrale che tiene unite le due metà.
Prendete
ancora una volta una teglia, metteteci il solito foglio di carta da forno,
deponeteci sopra le foglie e infornate sempre a 90°, questa volta per una
mezz'ora, dato che le foglie richiedono molto meno tempo per essiccarsi rispetto
al peperone e alle olive, anche se, al solito, controllate sempre prima di
tirar fuori dal forno.
Quando
le foglie sono pronte, tiratele fuori dal forno e, usando semplicemente le
mani, sbriciolatele e riducetele, appunto,
in una polvere piuttosto sottile, scartando gli eventuali residui delle parti
più tenaci, che non avete eliminato prima dell'essiccatura e che non possono
essere sbriciolati.
Adesso
dedicatevi al crumble di pane, che
preparerete mettendo la mollica nel mixer
- scegliete un pane casareccio che ne abbia una ben compatta - facendolo poi
andare alla massima velocità, fino a quando la mollica non si sarà ridotta in
piccole briciole.
Prendete
un padellino, meglio se anti-aderente, metteteci due cucchiai d'olio
extravergine, portatelo sul fuoco, a fiamma media, e quando l'olio è ben caldo,
unite la mollica di pane, date una generosa macinata di pepe e fatela saltare,
girandola in modo che tutte le briciole possano sentire il calore in modo
uniforme, diventando croccanti.
Quando
il crumble è pronto travasatelo in un
piatto sul quale avrete messo qualche foglio di carta da cucina, in modo che
l'olio in eccesso possa essere assorbito. Mi raccomando, non lasciate la
mollica nella padella, dato che il calore residuo continuerebbe a cuocerla,
rischiando di bruciarla.
Per
ultimo le puntarelle, che dovrete preparare solo poco prima di servire, in modo
che non perdano croccantezza e rilascino acqua, cosa che accadrebbe se
preparate con troppo anticipo.
Il
mio consiglio è quello di prendere sempre le puntarelle intere e non quelle già
arricciate, che saranno pure pratica, ma di certo non altezza, per freschezza e
forma, di ciò che potrete fare con le vostre manine.
Ricavate
le punte - io aggiungo anche qualche
foglia, scelte tra le più piccole, in modo da avere più colore - che taglierete
in quattro o più parti a seconda del loro diametro e poi metterete ammollo in
acqua molto fredda, lasciandocele per almeno un paio d'ore, in modo che abbiano
il tempo di arricciarsi.
Per
chi non fosse pratico e avesse voglia di capire meglio, rimando ad un post
che scrissi tempo fa e nel quale ho cercato di spiegare la nobile arte
della pulitura delle puntarelle.
Se
volete potete tenere qualche piccola punta intera, in modo da poterle poi
utilizzare come guarnizione dei piatti.
Quando
le puntarelle sono ben arricciate, scolatele dalla loro acqua e asciugatele con
cura, meglio se usando l'apposita centrifuga, poi mettetele in una ciotola.
Prendete
i filetti di acciuga, scolateli per bene dal loro olio di conservazione, non
certo eccelso in qualità, mettetele sul tagliere e, usando un coltello a lama grande e ben affilata, battetele
fino a ridurle ad una sorta di poltiglia,
che unirete nella ciotola dove avete messo le puntarelle.
Unite
alle puntarelle quattro cucchiai di olio extravergine e mescolate per bene, in
modo che i battuto di acciughe possa distribuirsi in modo omogeneo. Non mettete
per il momento il sale, che avrebbe come effetto quello di far perdere acqua
alle puntarelle, rendendole meno croccanti e di colore meno brillante.
Riprendete
lo scorfano dal frigorifero - se possibile fatelo un'oretta prima di servirlo, in
modo che possa recuperare temperatura - scolatelo dalla sua marinatura usando un colino, passatelo rapidamente sotto
l'acqua corrente - il lavaggio è necessario ad eliminare la marinatura residua,
dato che per il gusto sarà più che sufficiente quello assorbita dal pesce - lasciandolo poi scolare e, infine,
asciugandolo usando qualche foglio di carta da cucina.
Raccogliete
i cubetti di scorfano in una ciotola, ungeteli con un paio di cucchiai d'olio
extravergine, che più che dare sapore avrà il ruolo di dar loro lucentezza, salateli leggermente con il
sale marino e mescolate con delicatezza.
Bene,
ci siamo e possiamo procedere con l'impiattamento, per il quale partirete
creando sul fondo dei piatti lo strato
terroso, mettendo per prima cosa il crumble di pane - un cucchiaio
abbondante per porzione dovrebbe andare bene - e poi distribuendo, in modo
quasi causale, le due terre e la
polvere, a richiamare i colori che possono trovarsi in un vero terreno.
Sopra
al terreno disponete i cubetti di
scorfano e quelli di gelatina di pomodori e basilico, alternandoli in modo da
avere una loro distribuzione omogenea.
Per
ultimo le puntarelle, che salerete leggermente - tenente presente che le
acciughe sono già sapide, per cui non esagerate - poi mescolerete e infine
distribuirete sopra agli altri ingredienti, operando con attenzione, in modo da
evitare di creare ammassi poco piacevoli alla vista.
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